Tivoli, uomo morto per overdose: arrestato dipendente pubblico di Città Metropolitana, gli aveva procurato la droga


Contenuti dell'articolo

Svolta nel caso che ha scosso Tivoli (e non solo), quello che risale alla mattinata del 30 luglio dello scorso anno quando un uomo di 66 anni è stato ritrovato senza vita, morto per overdose da eroina. Ora, a distanza di tempo, i Carabinieri hanno indagato tre persone e dalle prime ore di oggi a Tivoli, ma anche a Roma e Ciciliano, i militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Tivoli su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Nel ‘mirino’ 3 uomini: un 66enne, dipendente pubblico di Città Metropolitana, e un 74enne, entrambi italiani e ora agli arresti domiciliari e un 30enne gambiano destinatario dell’obbligo di presentazione alla P.G.. Tutti loro sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di morte come conseguenza di altro delitto, detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e peculato.

Dipendente pubblico ‘furbetto’ regolarizza oltre 500 stranieri: ‘giro’ di immigrazione clandestina sul litorale romano

Uomo morto di overdose da eroina a Tivoli: la svolta

L’indagine, che è stata articolata ed è stata portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli sotto la direzione della Procura della Repubblica di Tivoli, oggi ha portato all’emissione del provvedimento. Gli accertamenti, d’altra parte, sono partiti subito dopo la morte e hanno permesso di ricostruire tutta la dinamica.

Dall’acquisto della droga a quella dose letale nell’abitazione a Tivoli in cui la vittima ha perso la vita. Grazie al lavoro investigativo, puntuale e meticoloso, i Carabinieri hanno identificato con esattezza le persone coinvolte nella cessione della sostanza stupefacente e hanno ricostruito il percorso. E hanno capito come quella droga sia arrivata nelle mani dell’uomo, uccidendolo.

Le indagini

Nella mattinata del 30 luglio dello scorso anno, la vittima si è recata a casa di un suo conoscente, il 74enne oggi arrestato, in compagnia dell’uomo di 66 anni, dipendente di un ente pubblico finito ai domiciliari. Entrambi avevano procurato e fornito l’eroina utilizzata dalla vittima, nonostante fossero pienamente consapevoli delle sue precarie condizioni di salute.

Stando alla ricostruzione, il dipendente pubblico si era accordato con l’uomo di 74 anni per procurargli la sostanza stupefacente in cambio di una dose di eroina. Per questo motivo, aveva accompagnato quest’ultimo nella nota piazza di spaccio di Ponte di Nona, a Roma, dove lo stupefacente è stato acquistato da un pusher di 30 anni, originario del Gambia. Successivamente, i due si erano recati presso l’abitazione del 74enne, dove la vittima ha consumato la dose letale tramite iniezione endovenosa. E per lui non c’è stato nulla da fare.

Nelle piazze di spaccio con l’auto di servizio (durante il turno di lavoro)

Ma da quella morte si è scoperto altro. Le indagini, infatti, hanno allargato il cerchio attorno a un contesto criminale più ampio, lì dove il dipendente pubblico ha avuto un ruolo di intermediario nel traffico di droga tra acquirenti e pusher operanti nelle zone di Ponte di Nona e Tor Bella Monaca. In cambio di alcune dosi di sostanza stupefacente, l’uomo accompagnava di persona gli acquirenti dai fornitori. E nel tempo è riuscito a diventare, agli occhi di questi, una figura di riferimento affidabile, un vero e proprio “garante” della buona riuscita delle compravendite. Quasi a dire che se c’era lui, tutto andava bene.

Come se non bastasse, l’uomo girava in quelle piazze di spaccio con l’auto di servizio dell’ente pubblico, con tanto di lampeggiante. E anche durante l’orario di lavoro. Un modus operandi che sembrerebbe essere stato scelto con un obiettivo preciso: evitare i controlli approfittando della copertura garantita dal mezzo istituzionale. Proprio il 30 luglio, giorno della morte dell’uomo, il dipendente pubblico aveva usato quell’auto per recarsi nella piazza di spaccio di Ponte di Nona. Auto che, stando alle indagini, faceva spesso da sfondo ai suoi ‘usi’ personali. Il dipendente pubblico consumava a volte la sostanza stupefacente insieme agli acquirenti, anche all’interno di quella vettura. Forte, forse, di non essere mai scoperto.

L’arresto

Stamattina la svolta. I due uomini che hanno procurato la dose letale alla vittima sono stati arrestati, sono ora ai domiciliari, mentre il pusher gambiano di 30 anni è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’ente Città Metropolitana prenderà provvedimenti

“Abbiamo appreso che in queste ore è stato arrestato un Cantoniere di Città metropolitana di Roma Capitale con la triplice accusa di peculato, spaccio e omicidio per cessione di droga. Di fronte a un quadro accusatorio di tale gravità, Città metropolitana assumerà immediatamente i provvedimenti disciplinari di massimo rigore” – assicurano dall’ente, che collaborerà con le autorità giudiziarie e gli inquirenti. “Cogliamo l’occasione per ringraziare l’arma dei Carabinieri, in particolare la Compagnia di Tivoli, per le attività di indagine svolte” – hanno spiegato.