Toppa del Cts: su ristoranti e bar non ne azzecca una. Ma chi sono questi “esperti”?

bar e ristoranti in perdita

Negativo il bilancio del primo giorno di riapertura della ristorazione. Penalizzati e chiusi la stragrande maggioranza dei ristoranti, avvantaggiati invece i bar con punti di appoggio all’aperto. Esattamente il contrario di quanto aveva auspicato nei mesi scorsi il Cts. E’ quanto sottolinea Filiera Italia. “Era facile da immaginare – dice Luigi Scordamaglia, di Filiera italia -. Se si apre solo all’esterno con pochi tavoli, spesso ammucchiati, e si lasciano chiusi la stragrande maggioranza dei ristoranti con disponibilità di servizio al tavolo solo al chiuso…

Sbagliate queste riaperture di bar e ristoranti

Dove, ricordiamolo, si genera l’85% del fatturato dei ristoranti italiani, allora non ci si può sorprendere se la tensione sale, invece che ridursi, per l’ingiustificata discriminazione fatta”. Un indirizzo che secondo Filiera Italia va in senso esattamente contrario alle raccomandazioni del Cts. In base alle quali i ristoranti, molto più dei bar, possono garantire la sicurezza dei posti a sedere, evitando il consumo al banco e garantendo i distanziamenti previsti.

I ristoranti che avevano investito, sono rimasti chiusi

“E invece ieri si è assistito alla massiccia apertura di bar con spazi improvvisati all’aperto – prosegue il consigliere delegato di Filiera Italia -. I ristoranti che avevano investito in sicurezza sono rimasti chiusi e secondo le previsioni, lo resteranno ancora per un mese”. E’ “urgente anticipare le aperture dei ristoranti al chiuso e prevederle sin da subito per pranzo e cena o il settore della ristorazione di questo Paese, e con esso buona parte della filiera agroalimentare, finirà con il non ripartire più”.

Fipe-Confcommercio conferma: perdite immense

E la Fipe-Confcommercio conferma. “Con il nuovo decreto riaperture i ristoranti perdono tra i 50 e i 55 milioni al giorno. Se si va avanti così sino al 31 maggio, stimiamo una perdita di 1,9 miliardi in 34 giorni, per i bar la perdita sarà di 560 milioni di euro, dunque in totale circa 2,5 miliardi di euro”. E’ quanto afferma Luciano Sbraga, direttore del Centro studi Fipe-Confcommercio, nel dare una stima delle perdite del settore all’Adnkronos. “Si tratta di una perdita dovuta al fatto che non è possibile consumare cibo o bevande all’interno dei locali anche in zona gialla”.

Misure del governo irragionevoli

“La situazione è pesante – commenta Sbraga – e si continua a intervenire con misure inconcepibili come quella del divieto di consumo al banco, attraverso una circolare del ministero dell’Interno, è irragionevole secondo noi, anche dal punto di vista sanitario. In quanto vietano un consumo veloce al banco mentre con la zona gialla precedente era possibile fino alle 18.

Ora non consentono il consumo al chiuso perché la permanenza nei luoghi chiusi, a lungo, è rischiosa ma il consumo al banco è veloce, 30 secondi. E’ un caffè, una brioche, ma chi è che si mette a stazionare al banco considerando anche che c’è una capienza massima nei locali? Gli stessi clienti per non fare aspettare fuori le persone consumano velocemente”.