Tor Bella Monaca, è guerra tra clan di nordafricani. Franco: “Sono i nuovi Re della droga”


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A Tor Bella Monaca, una delle zone più difficili di Roma, la criminalità organizzata continua a rappresentare una sfida per le autorità. Bande di origine nordafricana hanno occupato case e garage, trasformandosi nel braccio armato della criminalità locale e gestendo il traffico di stupefacenti con violenza e sfrontatezza.

Magrebini i nuovi Re della droga

Proprio qui, a ridosso delle Torri bande di clandestini, perlopiù magrebine sono diventati i nuovi “Re” della droga e della prostituzione. «I nordafricano hanno preso in mano tutto il quartiere – commenta il presidente del VI Municipio Nicola Franco – la situazione è insostenibile sotto diversi punti di vista. La criminalità nel quadrante è aumentata, non solo dal punto di vista dello spaccio di sostanze stupefacenti». Gli abitanti della zona, esasperati, denunciano la presenza di uomini armati che dettano legge tra i residenti.

Ronzio: «Non siamo padroni neanche dentro casa nostra»

«Non siamo padroni neanche dentro casa nostra – racconta Tizia Ronzio, presidente dell’Associazione ‘Tor più bella’ – questi pusher sono delle vere mine vaganti, e’ difficile per le forze dell’ordine gestire queste persone in fase di controllo. Sono tanti, sono numerosi, sono compatti e agiscono in gruppo». Di solito hanno sempre con loro ‘la lepre’ una vedetta che munita spesso di monopattino, alla vista di agenti o militari lancia segnali attraendo su di sé l’attenzione e permettendo agli altri di disfarsi delle dosi che hanno in tasca o nei pantaloni. Quando questo non avviene si innescano colluttazioni, risse e fughe improvvise alla vista delle forze dell’ordine.

Episodi di violenza nelle note piazze di spaccio

Le zone dove più spesso si verificano questi tipi di episodi di violenza sono limitrofe alle note piazze di spaccio di largo Mengaroni, via Scozza, via dell’Archeologia, via Paolo Ferdinando Quaglia, viale Santa Rita da Cascia e via San Biagio Platani. Qui clan di nordafricani, sono passati da semplici manovali della droga a veri e propri gestori di questo lucroso business che si amplia anche attraverso matrimoni organizzati ad hoc per ottenere “permessi di soggiorni”.

Ventisei clandestini fermati, 5 pusher arrestati

Ventisei individui sono stati fermati e accompagnati all’ufficio immigrazione per verificare la loro posizione e valutare eventuali rimpatri, 5 pusher, invece, arrestati tra via dei Platani e via dell’Archeologia. Facevano “viaggiare” crack e cocaina a bordo di monopattini e scooter, nascoste all’interno del vano batteria del mezzo oppure nel manubrio “modificato” così da servire il prodotto pronto e confezionato all’arrivo degli acquirenti. All’interno delle suole delle scarpe, poi, occultavano il danaro ricevuto in cambio. Le dosi “di scorta”, invece, erano occultate, a pochi metri di distanza, nel terreno circostante, “segnate” dalla vicinanza ad alberi o pietre di riferimento. Un escamotage per garantirsi l’anonimato ai controlli degli agenti che però non è sfuggito a Faro, il cane della polizia di Stato che ha fiutato più di 200 grammi, tra crack e cocaina, nascosti nella zona messa a setaccio dalla polizia.

Franco: «Passo avanti nella lotta contro le piazze di spaccio più grandi d’Europa»

«L’operazione antidroga avviata il 24 gennaio rappresenta un passo avanti nella lotta contro le piazze di spaccio più grandi d’Europa – commenta Nicola Franco – Grazie alla professionalità degli agenti, è stato ristabilito l’ordine anche in momenti di tensione con i fermati. È stato emozionante vedere i cittadini scendere in strada per ringraziare le forze dell’ordine e segnalare altre zone critiche. Liberare le piazze di spaccio significa restituire i quartieri ai cittadini, e questa è la direzione giusta». Un’operazione coordinata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dal prefetto Lamberto Giannini e dal questore Roberto Massucci, con il supporto degli agenti del distretto Casilino Nuovo sotto la direzione del dottor Massimo Marino. L’intervento ha inferto un duro colpo ai clan locali, inviando un messaggio chiaro: la legalità sta riprendendo il suo spazio in uno dei quartieri più difficili di Roma.