Tor Vergata e Policlinico a rischio: la Regione non ha le mascherine

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I Pronto soccorso di Tor Vergata e quello del Policlinico Umberto sono a rischio chiusura. Lo denuncia il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Antonello Aurigemma. A quanto pare, rivela Aurigemma, al personale dei due ospedali mancano le mascherine e gli altri dispositivi di protezione. Se la situazione di carenza dovesse perdurare, i Pronto soccorso saranno costretti a chiudere e a dirottare i pazeienti su altre strutture. “E questo sarebbe gavissimi – dice ancora Aurigemma – perché si creerebbero assembramenti e affollamenti non desiderabili in questo momento”.

Il Policlinico è da giorni che mette in allarme

Zingaretti, secondo Fratellli d’italia, dovrà rispondere anche di questo. E’ dal 31 gennaio che sapeva di questa emergenza, il tempo per trovare le mascherine, ordinarle o fabbricarle, le aveva. “Io mi chiedo – dice Aurigemma – com’è che, sia pure tra mille difficoltà, tutte le altre regioni italiani sono riuscita alla fine a trovare le mascherine, e il Lazio no? Non voglio neanche pensare a un business, qua si tratta solo di incapacità e inadeguatezza. I medici non hanno i dispositivi, e se dobbiamo chiudere due Pronto soccorso, gli altri della capitale si intaserebbero, con i conseguenti pericoli di contagio”. La Regione Lazio ha però garantito che tramite la Protezione civile in queste ore dovrebbero arrivare negli ospedali i dispositivi.

Il Pd promette mascherine da settimane

Molti medici hanno scritto alle istituzioni lamentando la carenza di dispositivi, proprio all’Umberto I. Ogni sanitario ha a disposizione una mascherina al giorno, e se per un caso qualsiasi non arriva, non si può lavorare. E già di medici, infermieri e farmacisti ne sono morti troppi. Ma poi sono settimane che sentiamo gli esponenti del Pd come Zingaretti riempirsi la bocca con mirabolanti promesse. Dicevano che stanno atterrando su enormi cargo milioni e milioni di mascherine e ogni tipo di dispositivi, provenienti dai più esotici Paesi del mondo. Ma ancora oggi, 17 aprile, non si trovano le mascherine per tutti. Non per tutti, ma almeno per i sanitari, le forze dell’ordine, gli autisti dei mezzi pubblici, i netturbini

Prosegue Aurigemma: “Dico semplicemente che l’emergenza fu proclamata il 31 gennaio, e fino a fine febbraio non si è fatto nulla. Ma a febbraio non si poteva iniziare a comprare mascherine oppure a chiedere al alcune aziende di iniziare a fabbricarle? Tutto questo lascia sgomenti, anche perché il macchiario per produrre mascherine costa 150mila euro, ed è in grado di produrne 280mila al giorno. Il macchinario, come è noto, lavora h24. Ma si è preferito comprarle altrove. Perché?”.