Torna Giletti su La7, ma Bonafede continua a scappare (video)

Giletti La7

Bentornato, Massimo Giletti, finalmente si rivede Non è l’Arena domani sera su La7 ed è importante per tantissimi italiani affamati di verità.

In un panorama giornalistico sempre più grigio, la trasmissione che fa giustizia. Nel vero senso della parola.
Massimo Giletti non lavora per essere simpatico al popolo, tantomeno ai poteri che contano. Vuole dare notizie: sembra il contrario di quello che accade nel mondo dell’informazione, sempre più prona a chi comanda.

Bonafede scappa alle domande di Giletti su La7

E non è casuale che ci sia chi scappa dalle domande, illudendosi di sfuggire alla tenaglia di milioni di cittadini che alla fine imperversano contro questa speciale categoria di latitanti sulla rete. Guardate uno come Nicola Zingaretti: ormai fa interviste a comando. Se mi chiedi quel che voglio io rispondo, altrimenti mi concedo ad altri. La critica è sigillata. Poi si lamenta se sui social lo massacrano.

Ma l’atteggiamento più grave è quello del ministro della giustizia, Alfonso Bonafede. È intollerabile che il guardasigilli rifiuti di rispondere a Massimo Giletti sul conflitto con Nino Di Matteo e soprattutto sulle centinaia di boss mafiosi tornati a casa. Non è vero che sono di nuovo in galera per decreto. In tanti continuano a stare in famiglia con tutti i pericoli che comporta per la società. I boss esercitano il loro dominio anche agli arresti domiciliari.

Ma i social lo inseguiranno comunque

A modo suo, anche Bonafede è latitante. È più comodo non rispondere. Ma è certo che da domenica sera la tormenta social ricomincerà a girare contro il ministro della giustizia che non risponde ad un giornalista che vuole sapere che cosa è accaduto nelle patrie galere, come è stato possibile aprire i portoni delle carceri a delinquenti incalliti mentre Bonafede poltriva.

Sì, è importante che Giletti torni a farsi vedere in televisione. Anche perché nel frattempo quei boss di Cosa nostra, camorra e ‘Ndrangheta lo hanno messo nel mirino al punto di dover circolare sotto scorta per le minacce ricevute. E nemmeno in questo caso Bonafede gli ha espresso solidarietà. Peggio ancora, ha detto il giornalista al Tempo, neppure uno dei Cinquestelle gli ha mostrato vicinanza.

E’ un mondo politico che mette davvero inquietudine mista a tristezza. Un ministro non può scappare: e se c’è un’opposizione degna di questa nome non gli deve dare tregua.