Torna l’ora solare, quando spostare le lancette: addio ora legale, pro e contro del cambio orario

Torna l'ora solare a ottobre

Le giornate che si accorciano, le luci che si accendono prima e il buio che arriva quando ancora non hai finito il caffè del pomeriggio. È il prezzo dell’ora solare, che torna puntuale nell’ultimo weekend di ottobre. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, le lancette andranno spostate indietro di un’ora: dalle 3 alle 2. E, solo per quel giorno, la piccola illusione di guadagnare un’ora di sonno in più, che si paga poi con pomeriggi più corti e quella malinconia sottile che accompagna il cambio di stagione.

Meglio l’ora solare o l’ora legale?

L’ora solare resterà in vigore fino al 29 marzo 2026, quando torneremo all’ora legale. Due appuntamenti fissi che dividono l’opinione pubblica. C’è chi ama il buio invernale e chi, invece, vorrebbe vivere tutto l’anno con giornate più lunghe. Il dubbio è sempre lo stesso: ha ancora senso cambiare orario due volte l’anno? Non sarebbe meglio tenere sempre quello estivo, più vicino ai ritmi contemporanei, fatto di lavoro, spostamenti e vita sociale che si concentra nel tardo pomeriggio?

Non è solo una questione di abitudini. Nel 2019 il Parlamento Europeo ha votato per l’abolizione del cambio d’ora, lasciando però ai singoli Paesi la libertà di scegliere se adottare in modo permanente l’ora legale o quella solare. Da allora, tutto fermo. Alcuni Stati, come Finlandia e Polonia, hanno spinto per cancellare la doppia alternanza, altri, come Francia e Germania, hanno aperto consultazioni popolari senza mai arrivare a una decisione. In Italia, la discussione riappare ogni anno, con petizioni, polemiche e prese di posizione, ma la sostanza non cambia: continuiamo a spostare le lancette. In Turchia, che però non appartiene all’UE, si è deciso ormai da qualche anno di mantenere sempre l’ora legale.

Come nasce l’ora legale?

In Italia l’ora legale fu introdotta nel 1916, durante la Prima guerra mondiale, per risparmiare energia. Da allora, ci sono state sospensioni e riprese, fino al 1966, quando il provvedimento che vedeva l’alternarsi di ora legale e ora solare è diventato stabile. L’idea, però, risale addirittura a Benjamin Franklin, che nel 1784 propose di anticipare le giornate per risparmiare candele. A renderla concreta fu l’inglese William Willett, nel 1907, spingendo il governo britannico a studiarne l’applicazione.

Secondo Terna, nel 2023 l’Italia ha risparmiato 90 milioni di euro e ha evitato l’emissione di 170 mila tonnellate di CO2 grazie all’ora legale. Dal 2004 al 2023, il totale è stato di 11,7 miliardi di kWh, pari a 2,2 miliardi di euro. Numeri importanti, ma che non bastano per chi è contrario all’ora legale e ne denuncia l’impatto sulla salute: insonnia, sbalzi d’umore, stanchezza cronica, soprattutto nei primi giorni dopo il cambio.

Da una parte, più luce nel pomeriggio, meno consumi e giornate che sembrano più lunghe. Dall’altra, risvegli più bui e ritmo circadiano sballato. Ma ricordiamo che l’esposizione alla luce naturale stimola la produzione di serotonina e, di conseguenza, migliora l’umore e la concentrazione. E già questo sarebbe un buon motivo per apprezzare l’ora legale tutto l’anno…