Torvaianica, il Comune revoca la concessione al City Sport Center e lo vuole far demolire. Il gestore dei campi di padel: “Ci ho messo l’anima, non mi arrendo”

Un impianto sportivo rimesso in piedi dopo anni di abbandono, centinaia di migliaia di euro spese tra ristrutturazioni e migliorie, centinaia di famiglie che oggi rischiano di perdere un punto di riferimento. È questo lo scenario che si apre a Torvaianica dopo la determina del Comune di Pomezia che ha deciso la risoluzione del contratto di concessione del City Sport Center di via Olanda, affidato nel 2020 all’U.S.D. Città di Pomezia, guidata da Antonio Maniscalco.
Secondo il Comune di Pomezia, le opere realizzate sarebbero state eseguite “in assenza degli idonei titoli edilizi” e in contrasto con la normativa urbanistica. Per questo è stata disposta non solo la revoca della gestione, ma anche la demolizione delle strutture e il ripristino dei luoghi. La riconsegna dell’impianto al Comune dovrà avvenire entro il 31 ottobre 2025, senza che al concessionario decaduto sia riconosciuto alcun rimborso.

La versione del Comune
Il contratto di concessione fu stipulato il 15 dicembre 2020 e prevedeva una durata triennale, con possibilità di estensione fino a quindici anni in relazione alle opere migliorative presentate in sede di gara. Nelle carte, firmate dal dirigente del settore Partecipazione e Welfare si richiama l’ordinanza di demolizione n. 99/2025. L’Ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi , emanata dalla Sezione Edilizia Privata, ha accertato «la realizzazione di una serie di opere edilizie in assenza degli idonei titoli abilitativi». E adesso il Comune si riserva anche eventuali azioni legali per chiedere risarcimenti e penali. E la demolizione e il ripristino delle aree interessate dovranno essere fatti entro 60 giorni.
Il Comune sottolinea che alcune trasformazioni rientravano nelle opere previste dal progetto di concessione, ma altre risultano poste in essere senza la preventiva autorizzazione da parte degli uffici competenti e in contrasto con la normativa paesaggistica e il regolamento edilizio. Per questo la determina richiama espressamente il contratto che prevede la risoluzione in caso di lavori eseguiti senza autorizzazioni. E non solo senza autorizzazioni: quello su cui punta il dito l’Amministrazione comunale, infatti è anche il “dove” sono stati eseguiti. Alcune aree su cui sorgono le opere, infatti, sarebbero sottoposte a vincoli paesaggistici.
Il gestore dell’impianto: “Tutto in regola”
La posizione del gestore: l’intervista integrale (testo inalterato)
“Vorrei specificare che ho tutto in regola”, esordisce Antonio Maniscalco, gestore dell’impianto. “E scoprire che, dopo 5 anni in cui ho messo l’anima in questo progetto, adesso vogliono distruggerlo, mi lascia allibito”. Maniscalco ricostruisce la storia del City Sport Center. “Ho preso l’impianto nel dicembre del 2020, quando qui c’era solo devastazione e abbandono”, spiega. “Parliamo di un impianto comunale, non privato. Il mio progetto, approvato dal Comune, prevedeva la realizzazione di 4 campi da padel, 2 coperti e 2 scoperti, mentre la Convenzione con l’amministrazione prevedeva delle opere obbligatorie per un valore di 24 mila euro. E preciso di aver fatto anche le opere di allaccio in fogna, che non c’erano”. Maniscalco contesta le irregolarità che vengono ora dichiarate dal Comune.
“Di certo non mi arrendo a una determina. Farò ovviamente di tutto per contrastare quelle che reputo decisioni non corrette dell’Amministrazione Comunale. Ho fatto tutte le opere previste sia quelle obbligatorie che quelle da me proposte come migliorie in fase di partecipazione al bando, spendendo per queste più di 500 mila euro per la ristrutturazione completa del letamaio che ho trovato. Vorrei specificare che al Comune mi avevano comunicato per iscritto che non c’era bisogno, ogni volta che dovevo realizzare le opere, che chiedessi i vari permessi di costruire. Malgrado questo, ogni volta ho fatto comunicazioni di inizio e fine lavori, oltre alla constatazione delle opere eseguite sia delle opere obbligatorie che di quelle migliorative. Nel frattempo in questi 5 anni ci sono stati dei sopralluoghi degli agenti della polizia locale settore urbanistica, che non hanno mai contestato nulla riguardo ai lavori eseguiti. Ultimamente, invece, è scoppiata questa “bomba”, chissà perché”.
Aree protette solo adesso?
Il Comune, però, contesta il fatto che i campi sorgano su aree protette. “Ricordo all’Amministrazione che si tratta di un impianto comunale. E che si trovava lì prima che io lo prendessi in gestione. Non ho ‘sconfinato’ l’area in cui sorgono gli impianti. Quindi, se ci sono irregolarità rispetto a questi aspetti, non le ho commesse io. Lì c’era già una tribuna, dai tempi in cui c’era il campo di calcio. Adesso, ‘distruggendo’ questo impianto sportivo, si lasciano a casa 350 piccoli atleti, altrettante famiglie che non sapranno dove portare i loro figli a fare sport, in un paese che non offre molte strutture”. Maniscalco qualche mese fa aveva denunciato irregolarità alla Procura riguardo un altro circolo di padel in via del Mare, a Pomezia. Dopo i suoi esposti, la struttura era stata demolita. Che sia il karma?