TPL, domani sciopero di quattro ore. Il sindacato protesta per l’esclusione di autisti e macchinisti dalle vaccinazioni prioritarie

Sciopero nazionale di quattro ore domani venerdì 23 aprile per il trasporto pubblico locale. Ad incrociare le braccia saranno autisti degli autobus e dei tram, macchinisti della metropolitana e delle ferrovie concesse, e anche operatori di esercizio addetti ad ascensori, montacarichi e scale mobili. L’astensione dal lavoro, proclamata dal sindacato dell’Orsa, avrà la durata di quattro ore, dalle 20.30 alle 24.30. E quindi riguarderà l’ultima fascia del cosiddetto orario diurno. Anche se ci troveremo in realtà nella serata avanzata. Gli autobus contraddistinti dalla lettera N quindi circoleranno regolarmente. Saranno invece possibili stop per quelle linee bus diurne che effettuano servizio anche dopo la mezzanotte. Nella Capitale, oltre agli autisti  e i macchinisti dell’Atac aderenti allo sciopero, si fermeranno anche quelli delle linee periferiche gestite dal consorzio Roma TPL. Così come a livello regionale, i conducenti dei pullman del Cotral. Lo stesso sciopero poi è stato proclamato dagli organizzatori dell’Orsa anche per l’intero comparto delle Ferrovie, in questo caso dalle 9 alle 17.

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Ecco le linee coinvolte dallo sciopero

Ecco l’elenco completo delle linee bus interessate dallo sciopero: 08, 011, 013, 013D, 017, 018, 022, 023, 024, 025, 027, 028, 030, 031, 032, 033, 035, 036, 037, 039, 040, 041, 042, 048, 049, 051, 053, 054, 055, 056, 057, 059, 066, 074, 078, 081, 086, 088, 135, 146, 213, 218, 226, 235, 314, 339, 340, 343, 349, 404, 437, 441, 444, 445, 447, 502, 503, 505, 541, 543, 546, 548, 552, 555, 557, 657, 660, 663, 665, 701, 702, 710, 711, 721, 763, 763L, 764, 767, 771, 777, 778, 787, 789, 808, 889, 892, 907, 908, 912, 982, 985, 992, 993, 998, 999, C1 e C19.

I motivi della protesta

Le motivazioni della protesta le ha spiegate il sindacato Orsa, promotore dello sciopero di domani. E riguardano la campagna vaccinale contro l’epidemia di covid 19. In particolare, le critiche di appuntano contro l’ultimo decreto di marzo, che non contempla gli autisti di bus e i macchinisti di treni e metropolitane tra le categorie a rischio, beneficiarie quindi delle vaccinazioni cosiddette prioritarie. Un evidente errore per il sindacato, visto che questi ultimi siano stati sempre in prima linea, anche nei momenti più duri della pandemia. Spesso con dispositivi di protezione individuale scarsi e inadeguati, per garantire comunque la mobilità dei cittadini in questa fase drammatica che dal febbraio 2020 affligge l’Italia.

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