Tra Roma e Pomezia il fotovoltaico da 36mila mq, ma vista lago degli Innamorati e Riserva della Solfatara: Tribunale riporta in pista il progetto
                    Un impianto fotovoltaico grande quanto 72 campi da calcio di Serie A, 36 ettari circa, a soli 600 metri in linea d’aria dal Lago degli Innamorati, nel cuore della Riserva Naturale della Solfatara di Pomezia. È il progetto “Solforatelle”, un maxi parco solare da 24 megawatt che torna oggi al centro del dibattito dopo la sentenza con cui il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso della società proponente Greenergy PV11 S.r.l., dichiarando illegittimo il silenzio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Una decisione che rimette in moto una delle opere energetiche più discusse del quadrante sud di Roma.
“In relazione al campo fotovoltaico – si legge nel progetto che il Nuovo 7 Colli ha potuto consultare – si precisa che la superficie catastale complessiva (superficie disponibile al Proponente) è pari a circa 75 ettari. Di questa superficie totale a disposizione del Proponente, una parte di circa 36 ettari sarà recintata e utilizzata per cabinati = circa 500 mq. viabilità interna al campo moduli FV (superficie considerando la proiezione al suolo del panello) = 130.000 mq. La restante parte della superficie dei lotti di terreno nelle disponibilità del Proponente saranno lasciati liberi da ogni installazione. Inoltre, una volta posati i moduli, l’area sotto i pannelli resta libera e sarà sottoposta a un processo di rinaturalizzazione spontanea che porterà in breve al ripristino del soprassuolo originario”.
    L’impianto tra Roma e Pomezia da 24 megawatt e il nodo ambientale
L’impianto, proposto nel 2023 e localizzato tra il territorio di Roma Capitale e quello di Pomezia, ricadrebbe in un’area pianeggiante di circa 75mila metri quadrati. Lì, secondo i progettisti, dovrebbero sorgere migliaia di pannelli fotovoltaici capaci di alimentare in media oltre 20mila abitazioni.
Il sito scelto, tuttavia, è a ridosso della Riserva Naturale della Solfatara, un’area di grande valore ecologico e paesaggistico tutelata dalla Regione Lazio. A poche centinaia di metri si trova il Lago degli Innamorati, considerato una delle perle “green” della zona e frequentato da turisti e residenti per la sua biodiversità e le acque termali.
È proprio la vicinanza con l’area protetta ad aver spinto il Ministero della Cultura a chiedere approfondimenti paesaggistici, rallentando un procedimento che avrebbe dovuto concludersi entro 130 giorni.
Due anni di attesa e nessuna risposta dal Ministero
L’iter autorizzativo per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) era partito nel febbraio 2023, ma dopo più di due anni l’istruttoria risultava ancora “in corso”.
La società proponente ha quindi impugnato il silenzio amministrativo del Ministero, sostenendo che i termini di legge fossero “perentori” e che l’inerzia violasse non solo la normativa nazionale, ma anche le direttive europee che impongono tempi certi per la transizione energetica.
Il TAR ha accolto questa tesi, riconoscendo che il Ministero dell’Ambiente aveva l’obbligo di concludere il procedimento con un provvedimento espresso, positivo o negativo, entro i tempi fissati dal Codice dell’Ambiente.
I giudici: “Silenzio illegittimo, il Ministero deve decidere” sul fotovoltaico tra Roma e Pomezia
Nella sentenza, la giudice Elena Stanizzi sottolinea che per i progetti inseriti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) – come quello di Greenergy – i termini di conclusione del procedimento sono “perentori” e non prorogabili.
Il Ministero, secondo la pronuncia, non può giustificare i ritardi con carenze di personale o sovraccarico di pratiche, essendo tenuto a organizzarsi per garantire il rispetto dei tempi stabiliti dalla legge.
“L’inerzia del Ministero – si legge nella decisione – contrasta con i principi di buon andamento, efficienza e certezza del diritto, cardini dell’azione amministrativa”.
Il TAR ordina quindi all’Amministrazione di concludere la VIA e di adottare un provvedimento espresso, aprendo la strada a un possibile via libera al progetto.
Tra tutela ambientale e transizione energetica, ma vista Lago degli Innamorati e Riserva della Solfatara
La sentenza mette in luce un punto di frizione centrale nel dibattito nazionale: la convivenza tra tutela del paesaggio e sviluppo delle energie rinnovabili.
Da un lato, la normativa europea e il Regolamento UE 2022/2057 qualificano gli impianti fotovoltaici come opere di “interesse pubblico prevalente”, da realizzare con iter accelerati.
Dall’altro, restano i vincoli paesaggistici e naturalistici delle aree protette, che in zone come la Solfatara impongono valutazioni stringenti sull’impatto visivo e sulla fauna.
Il caso “Solforatelle” diventa così emblematico: un impianto considerato strategico per il PNIEC e il PNRR, ma situato in un contesto ambientale di estrema delicatezza.
Roma e Pomezia, un corridoio energetico in trasformazione
Negli ultimi anni l’area compresa tra Roma sud, Pomezia e Ardea è diventata una delle piattaforme strategiche per la transizione energetica nel Lazio.
In questa fascia di territorio pianeggiante si concentrano diversi progetti di fotovoltaico e biogas, spesso legati a fondi europei o nazionali. Tuttavia, le amministrazioni locali e i comitati ambientalisti chiedono maggiore trasparenza e pianificazione, denunciando il rischio di una “distesa di pannelli” senza un disegno territoriale coerente.
Il maxi impianto “Solforatelle” rientra esattamente in questo scenario, con un potenziale impatto che andrebbe valutato anche in termini di consumo di suolo e mitigazione paesaggistica.
Il significato pubblico della sentenza
La decisione del TAR non dà automaticamente il via libera all’impianto, ma impone al Ministero di decidere, riattivando un procedimento che si era arenato da oltre un anno.
Dal punto di vista dell’interesse pubblico, la sentenza riafferma un principio fondamentale: le procedure ambientali devono essere rapide, trasparenti e certe, anche quando riguardano progetti controversi.
In un contesto in cui l’Italia è chiamata a raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione entro il 2030, la giustizia amministrativa torna così a ricordare che la burocrazia non può rallentare la transizione ecologica.
Tra l’ombra del lago degli Innamorati e il sole della Solfatara, la sfida per il futuro energetico del Lazio è solo all’inizio.

