Tragedia a Marino. Vice brigadiere spara alla moglie e poi si uccide

Un’autentica tragedia familiare, quella che si è consumata ieri pomeriggio a Marino, a poche decine di chilometri da Roma. Simile ad altre che purtroppo si sono susseguite in questi ultimi mesi. Al Tintoretto, a Gallicano nel Lazio e a Isola Sacra, solo per fare alcuni esempi. In questo caso però la realtà appare a un primo esame più complessa. Con un quadro familiare che forse da tempo non era più sereno. Come avrebbero riferito i vicini della coppia. Parlando di frequenti urla e litigi provenienti da quell’appartamento. A premere il grilletto contro sua moglie è stato Antonio Boccia, vice brigadiere dell’Arma di 57 anni. Che ha esploso tra colpi contro la donna, al petto, a una spalla e contro una gamba. Nonostante la disperata fuga sul terrazzo della consorte. Poi, quando la donna è crollata esanime a terra, convinto che fosse morta l’omicida si è tolto a sua volta la vita. I colleghi della Stazione dei Carabinieri lo hanno trovato riverso sul pavimento di casa, con l’arma di ordinanza ancora impugnata. Adesso bisognerà capire quale sia stata la scintilla che ha innescato la follia dell’uomo. Mentre sua moglie Annamaria Ascolese è ricoverata in condizioni disperate all’ospedale S. Camillo di Roma.

La tragedia familiare ha sconvolto la cittadina laziale

La tragedia familiare che si è consumata ieri sera ha sconvolto la cittadina laziale di Marino, ai Castelli romani. Dove Antonio Boccia, vice brigadiere dei Carabinieri di 57 anni ha sparato diversi colpi contro la moglie Annamaria Ascolese. E poi si è suicidato. L’uomo veniva da un precedente matrimonio, finito 14 anni fa. E lascia due figlie, di 21 e 28 anni. La Ascolese invece, insegna alla scuola Anna Frank a Frattocchie. Ed è da sempre impegnata per la difesa dei diritti delle donne. Ora lotta tra la vita e la morte, per evitare una fine assurda e incomprensibile. Un ennesimo caso di tentato femminicidio, sul quale ora gli inquirenti dovranno fare piena luce. Intanto resta lo sgomento, per una violenza cieca e improvvisa che, qualunque siano state ke cause del litigio che ha fatto scoppiare l’ira del vice brigadiere, aggiunge una donna in più alle tante aggredite dai mariti e dai conviventi in casa da inizio anno. Una sica di sangue che abbiamo tutti il dovere morale di contribuire ad interrompere.

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