Trasformismo in politica. Loro con la Moratti? E noi con Marino?

Non c’è davvero più limite al trasformismo in politica. Conosco Letizia Moratti da tanti anni e l’ultima cosa che avrei immaginato di vedere in vita mia è una sua candidatura contro il centrodestra in Lombardia. (Poi vedremo se oltre al terzo o quarto polo ci staranno anche quelli del Pd e persino i Cinquestelle, ormai può succedere di tutto).
Sindaco di Milano. Ministro del centrodestra (anche con me). Presidente della Rai (io ero vicepresidente della commissione di vigilanza). E persino candidata al Quirinale…

Se in politica regna il trasformismo
Senza dimenticare – forse soprattutto per quel di cui stiamo parlando – vicepresidente e assessore alla sanità della Lombardia. E ora contro se stessa, dunque. Se la regola del trasformismo deve regnare in questo modo nella politica, allora prendiamoci Ignazio Marino e candidiamolo col centrodestra nel Lazio. O no?
Letizia Moratti – e me ne dispiace perché la stima per la persona resta intatta – rischia di fare la fine di Di Maio, con il ribaltone in zona Cesarini all’ultimo miglio prima del voto. Perché non basta la montagna di soldi che ha per convincere il popolo di centrodestra a seguirla in un’operazione politica che pare davvero disperata.
E fa un po’ pena anche quella sinistra tentata dall’avventura al seguito della signora che ha odiato per tanti anni. Dalla Rai al ministero, dal Comune alla Regione.
Così dilagherà l’astensionismo
Guai a lamentarsi, poi, se l’astensionismo dilaga. Perché sarà pur vero che i partiti contano sempre meno e che la coerenza è un valore per pochi, ma che diamine! come si fa a dare il via libera ad azioni così sconsiderate lo possono intuire solo pochi sapientoni.
Non voglio dire che sia uno scandalo scegliere di candidarsi con Calenda e Renzi. Ma con quel percorso politico che la Moratti ha alle spalle, si può anche stare fermi, senza bisogno di rincorrere poltrone che tanto non arriveranno mai. E conservare la dignità di una vita vissuta con il rispetto di tanta gente che ha stimato la Moratti e certo non combattendola. Infilarsi nella trappola costruita da Renzi e Calenda è il più clamoroso degli autogol. Donna Letizia ci ripensi.