Trasporti, Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo tra le peggiori linee d’Italia: lo conferma Pendolaria 2025

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Chi prende il treno a Roma lo sa già. Ritardi, corse cancellate, convogli vecchi e stazioni che sembrano ferme a un’altra epoca. Ora a dirlo, nero su bianco, è anche il rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente, che fotografa una crisi strutturale del trasporto pubblico locale italiano e mette di nuovo sotto accusa due linee simbolo dei disagi romani: Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo. Soldi investiti, promesse annunciate, ma per i pendolari il cambiamento continua a essere più annunciato che vissuto.

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Il rapporto Pendolaria 2025: l’Italia resta indietro

Presentato ieri, 17 dicembre 2025, alla stazione Termini, luogo simbolo del pendolarismo quotidiano, il ventesimo rapporto Pendolaria racconta un Paese ancora distante dagli standard europei su metropolitane, tram e ferrovie suburbane. Una distanza che pesa soprattutto nelle grandi città.

Anche per colmare questo gap, il Pnrr ha destinato quasi 9,5 miliardi di euro alle infrastrutture di trasporto rapido di massa. Di questi, 581 milioni sono finiti su due linee romane strategiche: Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo. Investimenti importanti, ma che – almeno per ora- non bastano a farle uscire dalla lista delle peggiori linee d’Italia.

Roma-Lido: guasti ripetuti e promesse che faticano a diventare fatti

La Roma-Lido, ribattezzata Metromare, 28,3 chilometri che collegano la Capitale al mare, ha attraversato anche nel 2025 una sequenza di problemi difficili da ignorare. Il rapporto segnala episodi pesanti, che i pendolari conoscono molto bene: dal blocco del 30 ottobre per un guasto alla rete in fibra ottica, fino allo stop del 13 novembre per problemi all’infrastruttura ferroviaria. A questi si aggiunge il capitolo materiale rotabile. A inizio maggio, tutti i convogli MA200 sono stati fermati temporaneamente a causa di guasti ripetuti alle porte e al sistema di trazione, con ripercussioni immediate sulla regolarità del servizio.

Eppure qualche spiraglio c’è. Nel 2025 è arrivato l’accordo tra Roma Capitale e Regione Lazio per trasferire sette treni Hitachi della Metro B sulla Roma-Lido. Dopo anni di attese, è stata inoltre inaugurata la stazione di Acilia Sud-Dragona, un’apertura che i passeggeri aspettavano da tempo. Ma il giudizio di Legambiente resta prudente: i disagi continuano, così come le perplessità su promesse non mantenute e su miglioramenti che, per ora, faticano a tradursi in un servizio percepibile dai pendolari.

Roma Nord-Viterbo: la linea delle corse fantasma

Se la Roma-Lido arranca, la Roma Nord-Viterbo continua a scivolare. Il rapporto la definisce, senza giri di parole, una delle peggiori linee d’Italia da anni. I numeri sulle corse soppresse parlano da soli.

Parliamo di una linea lunga 101,9 chilometri, con 35 stazioni, che serve sia il tratto urbano sia quello extraurbano. Secondo i dati del Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord, le corse cancellate sono state 7mila nel 2023oltre 6.500 nel 2024 e più di 8mila nei primi dieci mesi del 2025. Solo a ottobre, 1.050 corse soppresse, pari al 23% del servizio urbano. In pratica, quasi un treno su quattro non arriva a destinazione.

Le cause sono note: treni insufficientiinfrastrutture fragili, manutenzione complessa, gestione affidata ad Astral, società pubblica regionale. Ma i problemi non finiscono qui. Il rapporto segnala biglietterie chiuse o a singhiozzobarriere architettoniche ancora presenti e il divieto di trasporto delle biciclette, che penalizza chi vorrebbe usare il treno come alternativa reale all’auto.

Mobility poverty: quando spostarsi diventa un lusso

Il quadro migliora leggermente se si guarda ai treni regionali. Nel 2024 si registra un aumento dei passeggeri rispetto agli anni precedenti, anche se i livelli pre-Covid sono ancora lontani. Migliora anche l’età media dei convogli: 13,9 anni nel Lazio, poco sotto la media nazionale. Ma il confronto interno è impietoso. I treni di Cotral hanno un’età media di 22 anni, contro i 12,1 anni di Trenitalia, che negli ultimi anni ha investito con maggiore continuità nel rinnovo della flotta.

Il dato forse più inquietante arriva dal capitolo sulla mobility poverty. Secondo uno studio realizzato con IPSOStre italiani su dieci hanno rinunciato a lavoro, studio, visite mediche o relazioni sociali a causa delle difficoltà di spostamento. Roma guida questa classifica poco invidiabile. Il 31% dei romani ha rinunciato almeno una volta a un’uscita con amici, al cinema o a un evento per colpa di un trasporto pubblico inaffidabile. Quasi uno su tre. Un numero che racconta più di mille parole quanto il tema non sia solo infrastrutturale, ma sociale.

La politica, le società e la narrazione: la distanza tra i numeri e la vita dei pendolari

Troppo spesso il dibattito si chiude con comunicati che con la realtà non hanno nulla a che vedere. Politici, amministratori e anche gli stessi gestori CotralAstral amano fotografare treni nuovi, annunciare cifre e scenari futuribili che sui social creano consenso. Ma la realtà del pendolare è un’altra: ogni mattina si alza con una piccola preghiera. «Arriverò in orario al lavoro o a scuola?» «Oggi riuscirò a non restare schiacciato nella calca dentro al vagone?» «Il servizio funziona?» E non sono esagerazioni. Sono le domande che fanno i romani mentre si avviano alle stazioni. A pochi giorni dal 2026 non è normale che la risposta sia troppo spesso incerta. Se i soldi ci sono e i progetti pure, la responsabilità politica e manageriale è trasformare quei numeri in servizi veri. E farlo veramente, non sono con le promesse.