Trastevere, per il ragazzo aggredito con un pugno si indaga su un poliziotto in borghese

Un ragazzo romano di 23 anni ha dichiarato di essere stato picchiato a sangue da un poliziotto in borghese, in una delle strade più frequentate della capitale. È quello che ha esposto a Leggo.it Marco, il ragazzo che è ancora sotto choc per l’accaduto. Il fatto è successo lo scorso sabato notte. Erano passate le tre, continua il giovane. Stavo tornando a casa con un amico dopo aver passato la serata a Trastevere. Arrivati a viale Marconi si affianca al nostro scooter un’auto grigia. Con a bordo due uomini, con i quali battibecchiamo per alcuni minuti perché io avevo osato guardarli. Si arrabbiano e ci tagliano la strada. Quello alla guida si avvicina e mi urla parolacce. Ma quando provo a reagire tira fuori il tesserino da poliziotto. Non ho potuto fare nulla quando mi ha sferrato un pugno in pieno volto. Marco allora decide di chiamare il 112. Poco dopo sono arrivati ambulanza e volanti della polizia alle quali ognuno ha raccontato la propria versione. Il ragazzo trasportato al Cto della Garbatella, è stato trattenuto e curato dagli operatori sanitari. Che gli hanno applicato 5 punti sul labbro superiore. La mattina seguente ha denunciato il fatto ai Carabinieri della stazione di Porta Portese. Le accuse sono di lesioni aggravate e tentata rapina. I carabinieri hanno in mano la denuncia di Marco e si attendono nuovi sviluppi. Non è noto per ora il nome del presunto poliziotto in borghese.

Dopo il caso Floyd, Piacenza e il pugno a Trastevere la gente rischia di perdere fiducia nelle Forze dell’Ordine. Ma in migliaia rischiano la vita con stipendi da fame

Ancora non si sa ma… E se il pugno a Trastevere fosse un’altra aggressione da parte di un pubblico ufficiale a un privato cittadino? Dopo i fatti di Piacenza si tratterebbe di un duro colpo per l’immagine degli uomini in divisa. E sarebbe particolarmente grave visto il momento. Nel quale è fondamentale sentire le istituzioni vicine e presenti. Proprio mentre si susseguono in tutto il mondo episodi che fanno discutere e che vanno in direzione opposta. Basti ricordare il caso Floyd negli USA. Attenzione però a non fare di tutta l’erba un fascio. Intanto perché i fatti dell’altra notte a Roma sono ancora oggetto di indagine. E poi perché del corpo di Polizia che pattuglia le strade per renderle più sicure fanno parte anche persone come Pasquale Apicella. L’agente scelto del commissariato di Secondigliano, morto nella notte tra il 26 e il 27 Aprile 2020 a seguito di un inseguimento. Che ha lasciato la moglie e il figlioletto di soli sei anni. E indubbiamente i poliziotti bravi e onesti che lavorano con stipendi troppo bassi e che hanno pattugliato le nostre strade anche durante il lockdown sono la stragrande maggioranza. Quello che è accaduto sabato scorso a Roma insomma è ancora tutto da verificare. Tranne le prove dell’aggressione di Marco che sono ancora ben visibili sul suo corpo. E per le quali sicuramente qualcuno dovrà rispondere davanti alla giustizia. Ma qualunque cosa sia successa attenzione ai processi sommari. Perché prima o poi le Forze dell’Ordine potrebbero stufarsi di essere mandate al massacro. E di fare ancora una volta da capri espiatori nei confronti dell’opinione pubblica.

Foto: Leggo.it

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