Treni Roma-Napoli Alta Velocità: ritardi fino a 90 minuti

Roma, giornata da dimenticare per i viaggiatori dell’Alta Velocità tra Roma e Napoli. Nel pomeriggio di venerdì 9 maggio, un guasto tecnico ha messo in ginocchio la circolazione ferroviaria sull’asse centrale dell’alta velocità italiana. Il problema si è verificato intorno alle 16.40 nei pressi di Cassino, coinvolgendo un treno in transito e causando ripercussioni a catena sull’intero traffico ferroviario dell’area. Caos, ovviamente, in particolare a Roma Stazione – Termini.
I disagi si sono propagati rapidamente, con ritardi fino a 90 minuti su diverse corse. A farne le spese sono stati centinaia di passeggeri diretti verso il Sud Italia, in particolare sulla direttrice Roma-Lecce. Nessun ferito, nessun problema di sicurezza, ma una lunga attesa sui binari e nei convogli, fermi o deviati lungo percorsi alternativi.

Deviazioni e tempi di percorrenza dilatati
Per evitare la completa paralisi della linea, RFI ha disposto l’instradamento dei treni su linee convenzionali, via Cassino e via Formia. Una scelta obbligata, che ha permesso il proseguimento della circolazione ma con un inevitabile allungamento dei tempi di viaggio. Il passaggio da linee progettate per velocità standard ha inciso profondamente sulla puntualità dei convogli.
La deviazione ha interessato in particolare due treni ad alta frequentazione: il Frecciargento 8315, partito da Roma Termini alle 15.05 e diretto a Lecce, ha accumulato oltre 60 minuti di ritardo rispetto all’orario previsto di arrivo, fissato per le 20.29. Stesso destino per il Frecciarossa 8317, anch’esso diretto a Lecce e partito alle 16.05, arrivato con un ritardo simile rispetto all’orario di arrivo programmato delle 21.49.
Sistema sotto stress: l’effetto domino dei guasti
L’episodio odierno conferma, ancora una volta, quanto il sistema dell’Alta Velocità sia vulnerabile a eventi tecnici anche localizzati. Un singolo controllo su un convoglio può generare rallentamenti su larga scala, con ritardi che si accumulano e si estendono lungo l’intera rete. Il tratto Roma-Napoli, cuore pulsante del traffico AV nazionale, si è trasformato in un collo di bottiglia.
Il guasto ha evidenziato i limiti strutturali nella gestione di emergenze tecniche. La mancanza di alternative realmente rapide e l’impossibilità di isolare i problemi in modo tempestivo espongono i passeggeri a ritardi che, seppur rari, risultano significativi quando si verificano.
Disagi per i passeggeri, pochi aggiornamenti in tempo reale
A peggiorare la situazione, la scarsità di informazioni puntuali fornite ai viaggiatori. In molti hanno denunciato l’assenza di aggiornamenti immediati sia nelle stazioni che a bordo dei treni. I display e i canali ufficiali hanno tardato a segnalare l’entità del problema, lasciando molti utenti nell’incertezza sul da farsi.
In un sistema che si definisce “alta velocità”, la rapidità nella comunicazione è parte integrante del servizio. La giornata del 9 maggio, invece, ha mostrato una gestione delle informazioni lacunosa, che ha aumentato il senso di frustrazione tra i passeggeri coinvolti.
Un precedente che riapre il dibattito sulla resilienza del sistema AV
L’episodio non è isolato. Già in passato si erano registrati rallentamenti importanti sulla tratta Roma-Napoli per problemi tecnici, ma il guasto di oggi riporta alla ribalta il tema della resilienza del sistema ferroviario italiano. Una rete che si presenta come efficiente e moderna, ma che dimostra ancora margini di vulnerabilità troppo ampi.
Il caso di oggi è destinato ad alimentare nuove richieste di investimenti in manutenzione preventiva e tecnologie di monitoraggio, capaci di prevenire o almeno ridurre l’impatto di simili disservizi. Intanto, i viaggiatori del venerdì pomeriggio si sono trovati ostaggio di un treno fermo e di una rete che, quando rallenta, lascia poco spazio alle alternative.