Tridico si risparmi la guerra agli italiani. Il centrodestra lo blocca

Guerra agli italiani

Sembra che sia stata dichiarata la guerra agli italiani. Prima se ne esce Enrico Letta con lo Ius soli, poi arriva in soccorso – magari spinto dal neoministro del Lavoro Orlando, del Pd – il presidnete dell’Inps Pasquale Tridico. Che non trova di meglio che intossicarci queste giornate già tristi per la pandemia con la bella pensata di regalare il reddito di cittadinanza agli immigrati che arrivano da queste parti.

Non bastavano spacciatori, terroristi e delinquenti vari, adesso anche i clandestini.

Fanno la guerra agli italiani

Ma che vi dice la testa? La guerra agli italiani la perderete malamente perché queste cose sceme non fanno altro che fare arrabbiare il nostro popolo, che già ha tanti problemi di suo.

Probabilmente, il presidente Mario Draghi farà bene ad aprire una nuova pratica con il nome di questo pupillo di Luigi Di Maio per cercare al più presto un valido successore. Anche perché ne ha fatte troppe, questo signore.

Adesso ci mancava anche l’uscita sui migranti da finanziare con i soldi nostri. Gli ha risposto come merita uno come Tridico, Matteo Salvini, che della compagine di maggioranza è il leader del primo partito italiano: “Il presidente dell’Inps vuole cancellare il requisito di residenza da 10 anni? Prima bisogna aiutare i (tanti) italiani in difficoltà, poi (se avanza) si penserà ad altri. Punto”.

Il che vuol dire che la sparata del presidente dell’Inps dovrà fare i conti con una parte rilevante delle forze politiche a sostegno di Draghi. Tanto più che si era detto che questo governo deve affrontare due temi: la vaccinazione degli italiani contro il Covid e il corretto utilizzo dei fondi in arrivo dall’Europa. Pensare di spendere soldi per mantenere col reddito di cittadinanza chi viene qui senza lavorare è davvero un fuor d’opera.

Certo, se la sinistra e i grillini fossero stati soli al governo del Paese, avrebbero potuto anche tentare l’azzardo. Ma c’è il centrodestra e questa bizzarra idea non può passare.