Truffa con il Superbonus, sequestro da più di 300mila ad una società della bassa Sabina

Lavori mai eseguiti, cantieri mai aperti e ristrutturazioni inesistenti: è la truffa del Superbonus 110% scoperta dalle fiamme gialle di Rieti.
Questa mattina, su richiesta della Procura della Repubblica, il Gip presso il Tribunale di Rieti ha disposto il sequestro dei beni per 380mila euro, soldi, secondo le indagini, ottenuti con crediti fiscali per lavori mai eseguiti.
Cantieri inesisenti
Nei guai sono finiti l’amministratore e due tecnici professionisti di una società del settore edile attiva nel reatino e nella bassa sabina che avrebbero prodotto documenti falsi e fatture per operazioni inesistenti. Il loro piano piano era ben pensato e strutturato tanto da presentare anche falsi stati di avanzamento dei lavori, e per ogni intervento veniva dichiarato il completamento di una prima parte dei lavori, che in realtà non erano mai iniziati.

Lavori che non sono passati inosservate ai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria che hanno ricostruito quanto accaduto: su 753 mila euro richiesti dall’azienda, 380 mila euro sono risultati totalmente fittizi.
Sequestrate case e conti
Alle prime luci dell’alba sono scattati i sequestri di tre case tra Fiano Romano e Fara in Sabina dal valore di 245mila euro, di un’auto di grossa cilindrata e 94.670 euro presenti sui conti correnti dell’indagato. Così è stato recuperato integralmente il danno economico causato allo Stato dalla truffa.
La punta dell’iceberg
Un giro di fatture gonfiate, lavori fantasma e asseverazioni fasulle. È questo il quadro emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Anagni e dal Gruppo di Frosinone a gennaio, sotto il coordinamento della Procura di Roma. Al centro della vicenda, una società di Roma che, operando come “general contractor”, avrebbe orchestrato una truffa da oltre 16 milioni di euro ai danni dello Stato, sfruttando le agevolazioni del Superbonus.
Secondo le indagini, la società di Roma avrebbe gestito lavori edili in 630 cantieri su tutto il territorio nazionale tra il 2021 e il 2023. Un’attività imponente, che ha generato fatturazioni per oltre 167 milioni di euro, ma con una quota consistente – più di 80 milioni di crediti d’imposta indebiti – ottenuta attraverso operazioni fittizie.