Truffa mascherine, la Regione non si scusa e attacca la Meloni
È scontro tra la Regione Lazio e Fratelli d’Italia sulla vicenda truffa delle mascherine acquistate e non ancora arrivate. Almeno per uno dei tre lotti, come specificano da via Cristoforo Colombo in una nota sulla pagina ufficiale di Facebook. La polemica è nata qualche giorno fa, sulla denuncia presentata dalla consigliera regionale di FDI Chiara Colosimo. Che ha chiesto immediati chiarimenti su tutta la vicenda relativa alla fornitura di questi dispositivi individuali di protezione. Si tratterebbe di un maxi acquisto di quasi 36 milioni di euro. Effettuato dalla Regione tramite il Dipartimento della Protezione civile, senza gara e senza confronto con altri operatori eventualmente presenti sul mercato. Il maxi appalto sarebbe stato affidato alla Echo. Tech S.r.l. con sede in un negozio di via Po a Roma. La visita camerale evidenzia una società specializzata in vendita di lampadine led. Il 51 per cento delle quote sarebbero poi intestate a una S.r.l. semplificata, la Propter Hominem. E l’altro 49 per cento a tale Pan Hongyi. Un cittadino cinese residente nella provincia di Zhejiang, con l’affaccio sul mare sulla Regione di Wuhan. Abbastanza per volerci vedere chiaro.
Per Chiara Colosimo (FDI) per le mascherine della Regione prezzi alti e ritardi. È la truffa perfetta
È bufera sulla vicenda delle mascherine che sarebbero state comperate direttamente senza gara dalla Regione Lazio. E la consigliera Regionale di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo ha presentato una interrogazione urgente. Chiedendo a Zingaretti e all’assessore alla sanità D’Amato di fare subito luce sull’intera vicenda. Secondo la Colosimo che ha fatto le pulci all’affidamento regionale molte cose non tornano. Il 16 marzo sarebbero state firmate dalla Regione due determine, che autorizzano la spesa prima di 11,3 e poi di altri di altri dieci milioni e mezzo di euro per l’acquisto delle maschere. Poche ore e spunta anche una terza determina, racconta la Colosimo. Altri 13.9 milioni che portano il totale alla cifra vertiginosa di 35.8 milioni di euro. Un mare di soldi. A cui sarebbe dovuto corrispondere un mare di mascherine. Ma sembra che non sia andata così. Tutta la fornitura sarebbe dovuta arrivare entro il 23 marzo, chiarisce la consigliera di Fratelli d’Italia. Ma la macchina si è inceppata. Con tanto di scambio di mail tra Regione e fornitore. E voli fantasma su cui le dotazioni dovevano essere state imbarcate. Finché il 2 aprile arriva la determinazione regionale G03690. Che affida ad altro fornitore la commessa delle maschere FFp2, quelle non ancora disponibili. Ad un prezzo diverso e più basso.
Zingaretti sarà interrogato sulle mascherine
Giorgia Meloni porta il caso mascherine del Lazio in Parlamento. E la Regione la attacca sul sito ufficiale
Ci sarebbe stato un grande pasticcio sulla fornitura di una valanga di mascherine di protezione individuale commissionata dalla Regione Lazio alla Echo.Tech S.r.l.. Se non proprio una truffa. Prima l’affidamento diretto per quasi 36 milioni di euro. Poi i ritardi nella consegna del materiale. Infine l’affidamento parziale ad un’ altra società. Ma vogliamo vederci chiaro anche sui costi, incalza la consigliera di FDI del Lazio Chiara Colosimo. Perché ci potrebbero essere gli estremi di una truffa. Infatti il prezzo dell’ultimo stock di mascherine ordinate dalla Regione. Che è sensibilmente inferiore al precedente. Di quasi un euro a pezzo. E considerato che si tratta di soldi pubblici non possiamo scherzare. Sulla stessa linea anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha promesso di portare questo scandalo in Parlamento.
Ora la Regione Lazio chieda scusa
Ma la Regione non ci sta e replica sul suo sito istituzionale. Attaccando frontalmente Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Ma in realtà confermando i fatti. L’azienda prescelta al momento non è stata in grado di consegnare due delle tre forniture richieste, spiegano dalla Regione. Per questo è stata avanzata l’immediata richiesta formale di restituzione dell’anticipo. Che sarebbe stato di poco superiore agli 11 milioni di euro. Altro che fake news, ci verrebbe da dire. Ma soprattutto l’attacco ad una leader politica sul sito ufficiale di una istituzione è quasi privo di precedenti. Zingaretti e D’Amato chiedano subito scusa a Giorgia Meloni. E ci facciano capire davvero come è andata questa incredibile vicenda.