Truffa via mail dei falsi Carabinieri: “Paga il riscatto o sarai arrestato e il tuo volto finirà sui giornali”

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E’ tornata virale nelle ultime ore una vecchia truffa via mail che vede come protagonisti dei finti carabinieri. La minaccia, che porta la firma, ovviamente falsa, di Teo Luzi, comandante generale dell’arma dei Carabinieri, ha intasato migliaia di indirizzi di posta elettronica in tutta Italia: “Mandaci i tuoi documenti entro 24 ore, paga il riscatto o sarai arrestato e il tuo volto finirà sui giornali. Avviamo procedimenti legali contro di te”.

Il falso indirizzo mail dei Carabinieri

Nel messaggio, che proviene da un falso indirizzo dell’Arma carabinieri.assistenzaservizio@googlemail.com sono poi elencati alcuni dei reati di cui si sarebbe macchiato il destinatario: pedopornografia, pedofilia, esibizionismo, cyberpornografia, traffico sessuale. Poi ci sono le pene previste da un anno e sei mesi fino a cinque anni e la multa di 75mila euro. “Hai commesso il reato dopo essere stato preso di mira su internet. La visualizzazione di video pedopornografici, foto/ video nudi di minori sono stati registrati dal nostro cyberpoliziotto e costituiscono la prova dei tuoi reati”.

Dopo le minacce il ricatto

Dopo le minacce ecco il ricatto: “Nell’interesse della riservatezza, le inviamo questa mail, le chiediamo di farsi sentire via mail scrivendo le sue giustificazioni in modo che possano essere esaminate e verificate per valutare le sanzioni e una copia della carta d’identità o del passaporto e una bolletta dell’elettricità datata entro tre mesi, in caso contrario saremo obbligati a trasmettere il nostro rapporto al procuratore per stabilire un mandato di arresto contro di voi”.

La truffa del phishing

La tecnica della truffa è quella del classico phishing. Appena chi casca nel tranello manda i propri documenti, si passa alle richieste di denaro. Con una seconda mail i finti carabinieri rincarano la dose: “Hai davvero commesso un crimine; sui siti pornografici e mascalzoni ci sono anche i minorenni il che è vietato dalla legge”. I truffatori propongono una “soluzione amichevole: “Non siamo qui per crearti problemi”. Grazie al versamento di una somma precisa, nel nostro caso si tratta di 4582 euro, si può evitare la procedura giudiziaria, l’arresto e la pubblica gogna: “I tribunali potrebbero prendere le misure necessarie per farti perseguire e rendere pubblico il caso”.

Contattare la Polizia Postale

Nonostante gli anni siano passati se continuiamo a ricevere messaggi del genere significa che l’inganno in qualche caso porta i suoi frutti. per non cascare in queste truffe però bisogna ignorare sempre questo genere di mail: le forze dell’ordine non ci contatteranno mai in questo modo e se avete per errore pagato la somma richiesta o inviato i vostri documenti mettetevi in contatto con la Polizia postale per essere tutelati.

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