Turista polacco in pellegrinaggio a Roma muore, la famiglia dona i suoi organi: il gesto d’amore dall’ospedale dei Castelli

Era arrivato a Roma per il Giubileo. Dalla sua Polonia aveva deciso di seguire la fede ed era atterrato in Italia, nella Capitale. Ma è qui che ha ricevuto inaspettatamente una diagnosi terribile, devastante, che non gli ha lasciato scampo: emorragia cerebrale tetraventicolare massiva spontanea. Lui, un uomo polacco di 57 anni, ha perso la vita. Ma l’ha donata a tante altre persone che, probabilmente, non avevano più nessuna speranza e che adesso grazie al suo enorme gesto d’amore hanno avuto una possibilità. Una possibilità che si chiama vita.
L’intervento di donazione multiorgano è stato eseguito, lo scorso 29 maggio, nell’ospedale dei Castelli Romani. E ora grazie a quell’ultimo enorme gesto di generosità, tante altre persone potranno vedere la luce in fondo al tunnel, sperare ancora in qualcosa di positivo.

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L’uomo era arrivato a Roma da solo. L’ex moglie e i figli erano in Polonia e quando è morto, la situazione è stata ancora più difficile da gestire. Bisognava avvisare i parenti, dare loro quella terribile notizia. Ma il Dottor Luigi Zurlo della Asl Roma 6, come ha fatto sapere l’azienda sanitaria, ha deciso di agire, lo ha fatto velocemente e con enorme sensibilità, empatia, grande cuore. Il medico ha contattato l’Ambasciata Polacca, ha instaurato una preziosa collaborazione con il Console Generale della Repubblica di Polonia a Milano, il Dott. Bartosz Skwarczyński. E grazie a questa sinergia, i figli e i parenti del signor Watrach sono stati rintracciati e sono partiti immediatamente dalla Polonia. Un viaggio lunghissimo, interamente in auto, per raggiungere l’Ospedale dei Castelli.
Nonostante il dolore della perdita improvvisa, la famiglia del signor Watrach ha dimostrato una generosità enorme. E loro ‘stranieri in terra straniera’ hanno deciso di lasciare il segno e hanno donato gli organi del 57enne, affinché lui potesse continuare a vivere in altre persone. Grazie a questo atto di altruismo e all’enorme dedizione di oltre 40 ore consecutive di numerose figure professionali, che hanno lavorato instancabilmente indipendentemente dall’ora o dagli impegni personali, è stato possibile procedere con la donazione multiorgano.
Un gesto di enorme amore
L’uomo ha donato il fegato, trapiantato al San Camillo a un paziente maschio di 52 anni, il rene a un paziente maschio di 50 anni ricoverato al Policlinico Tor Vergata e ha donato le due cornee alla banca del Tessuto Sclerocorneale del San Giovanni. Il suo cuore, invece, continuerà a battere in un 63enne, che si trovava al San Camillo di Roma.
“Questa non è solo una storia di dolore, ma un gesto di amore profondo che ha alleggerito il peso della perdita, portando sollievo in ore difficili. Il Coordinamento Locale dell’Asl Roma 6 esprime la più sentita gratitudine alla famiglia del defunto per non essersi fermata di fronte alle difficoltà linguistiche e culturali, dimostrando una forza d’animo esemplare. Grazie a tutti coloro che, con umiltà e dedizione, hanno partecipato a questo percorso di donazione e trapianto, dalle assistenti sociali e volontari delle associazioni che hanno facilitato la comunicazione con la famiglia straniera, alle direzioni, al personale della Terapia Intensiva e della Sala Operatoria dell’Ospedale dei Castelli, fino alle diverse équipe di chirurghi del PTV e cardiochirurghi del San Camillo. Un grazie speciale – spiegano dalla Asl Roma 6 – alla Centrale Regionale per la Donazione e il Trapianto della Regione Lazio”.
Quello della famiglia è stato un gesto d’amore enorme, che sa di futuro e possibilità. Al 57enne è stata tolta la vita, così improvvisamente, da quella terribile diagnosi. Ma lui, senza saperlo, quella vita l’ha donata a tante altre persone, che adesso continueranno a vivere con i suoi organi. E ci sarà sempre un po’ di lui in tutto loro.