Tutti a scuola il 7 gennaio. Ma i bus non ci sono

Con il previsto ritorno a scuola il 7 gennaio anche per gli studenti delle superiori, si rischia il collasso dei mezzi pubblici a Roma. L’allarme era stato già lanciato dall’Acos, l’agenzia per il controllo dei servizi pubblici locali. Che ha clamorosamente bocciato l’azienda capitolina dei trasporti, almeno relativamente al potenziamento della flotta. E alla possibilità di prendere bus e metropolitane senza ritrovarsi accalcati come sardine. Alle fermate, a bordo o semplicemente in banchina. Ma adesso anche i presidi sono preoccupati, perché c’è il rischio di una nuova impennata della curva del contagio. E ancora una volta, saranno i vertici amministrativi degli istituti scolastici a dover gestire la ‘patata bollente’. Con il relativo carico di responsabilità, per eventuali disservizi che non dipenderanno da loro.

Ecco perché è stato chiesto ed ottenuto un tavolo d’urgenza con il Prefetto. Per cercare insieme soluzioni, prima che sia troppo tardi. Ma evidentemente, lo sforzo maggiore lo dovranno fare Atac e comune. Magari coinvolgendo di più i privati, che già forniscono quasi un terzo della flotta circolante. E se serve ricorrendo anche a taxi e ncc. Ma preservando la salute degli insegnanti e dei ragazzi. E dei loro familiari.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_dicembre_22/qualita-servizi-cittaatac-impreparata-covid-653a4d9a-43d9-11eb-8cde-6aa9005f150a.shtml

Bus al 50% della capienza e ragazzi in classe. Così a gennaio si rischia

In teoria si dovrebbe viaggiare in bus ad almeno un metro di distanza gli uni dagli altri. Evitare gli assembramenti alle fermate. E ovviamente indossare sempre la mascherina. Ma il sistema delle regole per limitare il rischio contagio da covid 19 rischia di rimanere solo sulla carta. Almeno due sono infatti i problemi. Pochi bus disponibili, e carenza nei controlli. Per questo anche in vista del grande ritorno a scuola del 7 gennaio, i presidi degli istituti di Roma hanno sollecitato un incontro con il Prefetto Piantedosi. E con i suoi colleghi delle altre province del Lazio. Sono oltre 200 mila gli alunni attesi di nuovo tra i banchi, e di questi oltre 120 mila graveranno sulla Capitale. Per trasportarli tutti nel rispetto delle regole, servirebbero 6 mila mezzi su strada. Evidentemente, una missione impossibile. Tanto più per come oggi è ridotto il trasporto pubblico capitolino. La soluzione allora potrebbe essere quella di ampliare le fasce orarie d’ingresso. Oggi sono due, alle 08.30 e alle 10. Ma anche in questo caso i problemi non mancheranno.

Massimo coinvolgimento dei privati e fasce orarie per gli studenti. Ma i ragazzi non possono uscire di notte

Oltre al massiccio ricorso ai privati per potenziare il trasporto pubblico locale, si starebbero studiando anche altre soluzioni. Come quella di introdurre una terza fascia oraria d’ingresso, per differenziare il più possibile l’inizio e la fine delle lezioni. O di tenere aperti gli istituti anche il sabato, mantenendo però la didattica nei cinque giorni. E dunque utilizzando il giorno ‘jolly’ per diluire ulteriormente l’afflusso. Se ne parlerà certamente oggi al tavolo in prefettura, alla presenza del direttore dell’Ufficio regionale scolastico Rocco Pinneri. Che successivamente nel pomeriggio incontrerà i presidi. Una cosa è certa, qualche rimedio bisognerà prenderlo. Ma come ha ricordato lo stesso Pinneri, i ragazzi non possono entrare a scuola così tardi da dover essere costretti ad uscire di notte. Un sentiero stretto insomma. Tra la voglia di tornare alla normalità e i rischi per la salute. Speriamo davvero che chi ci rappresenta decida per il meglio.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_dicembre_22/scuola-bus-non-bastano-riunione-prefetturae-caos-fasce-orarie-d2720c00-43d8-11eb-8cde-6aa9005f150a.shtml