Ucciso per 25 euro, via al processo. L’imputato: “Sono stati altri”

Ha ammesso di aver litigato per 25 euro e di aver colpito con un pugno, tra zigomo e naso, Giuliano Palozzi, il 33enne di Rocca di Papa morto dopo 5 mesi di agonia all’Umberto I di Roma. I fatti risalgono al 27 gennaio 2020. Franco Lollobrigida, imputato per omicidio preterintenzionale nel processo in corte d’assise a Frosinone, questa mattina si è sottoposto ha risposto alle domande della procura. Palozzi è stato pestato a sangue da una o più persone, finendo in coma dal quale non si è più ripreso. È morto a giugno dello stesso anno. Per quell’omicidio è stato indagato Lollobrigida che ha sostenuto di averlo colpito durante una lite per la compravendita di una dose di droga, ma soltanto per difendersi.

Il Processo

Rispondendo al Pm l’imputato ha detto di aver visto Palozzi estrarre un’arma “mi sembrava una pistola” che non è stata trovata “o forse un coltello. Ho visto qualcosa di metallico”, quindi l’avrebbe colpito con un calcio al braccio e con un pugno al volto ma che quei colpi da solo non avrebbero potuto ridurlo in quelle condizioni. Lollobrigida ha anche detto di sapere “che dopo di me sarebbero venuti altri” ma ha anche detto di non sapere se ci fossero state altre liti.

La difesa

Di una cosa si dice certo: “chi l’ha ridotto così sicuramente è stato dopo di me. Sennò avrei avuto sangue su vestiti scarpe e maniche. Per ridurre una persona così ci dovrebbe essere molto più sangue”. Ha anche detto che quando è andato via “lui stava in piedi tanto da minacciarmi. Mi diceva di andare a casa a prendere il fucile per spararti” e per questo “quando sono tornato a casa -ha detto – avevo paura e mi sono barricato dentro con il cane”.