Ucraina, la drammatica testimonianza di Urso: “Mia moglie è di Kiev, i suoi fratelli sono corsi ad arruolarsi” (video)

Ucraina Urso

“I fratelli di mia moglie che vivevano a Kiev, perché erano già usciti da Luhansk non condividendo le convinzioni indipendentiste, sono riusciti a portare miracolosamente le loro figlie fuori dall’Ucraina ma sono rientrati per arruolarsi come gli altri giovani ucraini”. Lo afferma il presidente del Copasir, Adolfo Urso, ha raccontato ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, la vicenda che ha coinvolto direttamente la sua famiglia nella guerra in Ucraina.

“Sono coinvolto – ha spiegato Urso – perché la famiglia di mia moglie è in Luhansk nella zona indipendentista. Il mio figlio più piccolo parla correntemente il russo. È una famiglia russofona, di lingua russa, che viveva in un territorio oggi indipendentista”.

Urso e il racconto della moglie ucraina

Nel Lazio, “cè la disponibilità, attraverso il presidente Zingaretti, ad attivare la ‘Cross’. La struttura della Protezione civile per le emergenze sanitarie, per ospitare almeno 100 piccoli pazienti che hanno bisogno di cure. Attendiamo le procedure operative della struttura della Protezione civile”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, in riferimento all’accoglienza delle popolazioni colpite dal conflitto in Ucraina.

Anche il numero dei profughi ucraini che arrivano in Francia “sta aumentando rapidamente”. Lo ha dichiarato il premier francese, Jean Castex, visitando un centro di accoglienza a Parigi, secondo quanto riferito da Bfmtv. Castex ha precisato che, secondo gli ultimi dati della polizia di frontiera, si tratta al momento di circa 5mila persone, alcune delle quali sono “in transito” perché dirette in Gran Bretagna o verso i “Paesi dell’Europa meridionale”.

Odessa si prepara al peggio

“Non sappiamo quanto tempo manca prima che la città venga attaccata. Stiamo cercando di organizzare quante più attività possibili, finché possiamo. È una corsa contro il tempo”. Ad affermarlo è Carla Melki, coordinatrice dell’emergenza di Msf che ora è rientrata in Moldavia dalla città portuale nel sud dell’Ucraina, dove si è recata per pianificare una possibile risposta all’emergenza.

“Parte della popolazione – rileva Melki – è fuggita da Odessa verso il confine moldavo. Chi resta in città non si muove molto, spostarsi è complicato a causa degli ingorghi nei pressi dei numerosi posti di blocco delle forze di sicurezza ucraine. Di notte c’è il coprifuoco e le sirene suonano più volte al giorno.