Un gigante di nome Paolo Del Debbio, una miseria come Grillo (video)

Sì, Paolo Del Debbio è un grande. Perché ha fatto bene a dire il fatto suo a quel gran cafone che risponde al nome di Beppe Grillo, che rappresenta davvero la miseria umana. L’aggressione ad un giornalista che gli fa una domanda fastidiosa sulla Meloni e i sondaggi per Fratelli d’Italia è inaccettabile.

Ma Del Debbio non può essere l’unico a denunciarlo solo perché quel cronista – Francesco Selvi – lavora per lui, a Dritto e Rovescio. Sì, qualche giornale ne ha parlato, ma non c’è stata la sollevazione a cui avremmo assistito se al posto di Grillo ci fosse stato un politico di opposizione e non di questa fasulla maggioranza senza testa.

Il video di Del Debbio

Il video che riproponiamo – ove mai qualcuno non lo avesse ancora visto – va diffuso ovunque. Perché tutti devono conoscere l’intolleranza di chi ha fondato un movimento che non vuole che si disturbi il manovratore.

Quando Nicola Zingaretti esalta chi combatte “per la democrazia contro le destre” – come ciancia in continuazione – intende esattamente il metodo Grillo? E’ a questo punto che si vuole trascinare la contesa politica? Così intendete il rapporto tra potere e informazione?

Un comico che si trasforma in un bullo di borgata mancava alla collezione, in effetti. E l’immagine che ci si presenta davanti nel video è davvero brutta, brutale, odiosa. Arrogante soprattutto. Ruba il telefonino al cronista. Gli getta gel in faccia. Lo fa ruzzolare dalle scale. Democrazia, Zingaretti?

Beppe Grillo e Zingaretti

Inutile porre la domanda a Beppe Grillo, che è riuscito a distruggere un movimento che sembrava nato contro il potere finendo per allearcisi e facendosi contaminare nel peggiore vizio, quello della pretesa di intoccabilità.

E’ scandaloso quello che ha combinato il comico che ora fa piangere, invecchiato e rancoroso com’è. Ma è ancora più scandaloso che il Pd continui ad esserne alleato. Perché in fondo si piglia chi s’assomiglia.

Viene davvero da dire Del Debbio “picchia per noi”. Se la politica è come allo stadio anche noi tifiamo per chi ci piace di più.