Un libro su Giuseppe “Pippo” Tricoli, protagonista del Msi siciliano e amico di Borsellino

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Un’antologia di lettere, scritti e interventi per raccontare l’uomo, lo storico, il politico, che è stato Giuseppe Tricoli, storico esponente della destra scomparso nel 1995. “Giuseppe Tricoli, tra riflessione storica ed impegno politico” è il libro curato da Tommaso Romano presentato ieri a Villa Amalfitano, a Palermo. “Io considero Giuseppe Tricoli un maestro di vita – dice Romano a margine della presentazione -. Questo libro riassume la sua impostazione, le sue idee e soprattutto la sua libertà di interpretazione di fenomeni storici. In un’ottica di rigore e di grande qualità che ne fanno ancora uno storico e un uomo politico di grande attualità”.

Omaggio a un uomo che ha vissuto con coerenza

“Questo libro è un modo per rendere omaggio a un uomo, un politico, uno storico che ha vissuto con coerenza un’epoca storica” ha detto il figlio Marcello Tricoli. “La sua insaziabile curiosità era un tutt’uno con l’onestà intellettuale” scrive sulla quarta di copertina l’altro figlio, Fabio, presidente della Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli. “Il ruolo di Tricoli nella mia formazione politica è stato importantissimo – ha aggiunto Alberto Samonà, assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana -. E’ un esempio che non sarà dimenticato e non solo per la destra, ma per tutta la politica”.

Tricoli fu politico, docente universitario, storico, scrittore, saggista

“Pippo” Tricoli era uno dei protagonisti indiscussi della destra siciliana e italiana. Ma definire Giuseppe Tricoli un politico, è estremamente riduttivo: fu docente universitario, storico, scrittore, saggista. Avvicinatosi al Movimento Sociale Italiano già dai tempi dell’università, nel 1946, fu vicino al leader palermitano Alfredo Cucco, che era stato parlamentare fascista, sottosegretario alla Cultura popolare nella Repubblica Sociale Italiana, nonché tra i fondatori del Msi, di cui divenne nel 1953 deputato. In quegli anni universitari palermitani, Pippo Tricoli strinse grande amicizia con Paolo Borsellino, amicizia che durò tutta la vita. E quel 19 luglio 1992, il giudice era a pranzo nella sua casa al mare di Villagrazia di Carini.

Tricoli conobbe Borsellino al Fuan di Palermo

Tricoli frequentava il corso di laurea di Lettere e Filosofia, mentre Borsellino quello di Giurisprudenza. Si conobbero e frequentarono negli ambienti del Fuan, il Fronte universitario di azione nazionale, che Tricoli, insieme ad altri, aveva contribuito a fondare a Roma nel 1950. In quegli anni la gioventù di destra italiana si batteva per la sentita questione dei confini orientali, e Tricoli fu tra i giovani palermitani che si distinsero per le grandi manifestazioni per l’italianità di Trieste. Nel 1957 si laureò a pieni voti discutendo la tesi col professor Virgilio Titone. Ottenne una borsa di studio per effettuare delle ricerche presso gli atenei spagnoli, dal 1957 al 1959 e, tornato a Palermo, affiancò all’attività accademica quella politica. Nel 1960 divenne segretario provinciale del Msi e, dall’anno successivo sino al 1969, consigliere provinciale.

Nel 1971 fu eletto all’Ars, l’assemblea regionale siciliana, dove sarà confermato per ben quattro legislature consecutive, ossia fino al 1991, quando decise di non ricandidarsi. Dal 1977 al 1982 fu segretario regionale del Msi. Entrò anche a far parte della segreteria nazionale del partito. Politicamente, apparteneva alla parte cosiddetta romualdiana del Msi, l’ala più innovativa. Quella che attraverso la cultura cercava di spezzare l’egemonia dell’intellighentzia marxista. Tricoli era un idealista gentiliano e dopo aver approfondito gli studi sul Risorgimento siciliano e sulla dominazione spagnola, si orientarono sul fascismo. Tra i romualdiani vi erano in quegli anni, tra gli altri, Petronio, Lo Porto, Paolone, Mantica, Staiti di Cuddia, Mazzone, Mennitti, Cellai, Casalena e numerosi altri giovani.

Nel 2005 fu istituita la Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli

Pippo Tricoli si distinse per la rettitudine, la competenza, il non scendere mai a compromessi politici che ne minassero l’identità e i valori. Nel 1994, comprendendo che il partito doveva rinnovarsi, fu favorevole alla nascita di Alleanza Nazionale. L’anno successivo, scomparve prematuramente a soli 63 anni. Dal suo matrimonio, nel 1963, con Mirella Falzone, figlia del suo maestro, nacquero tre figli: Marzio, avvocato tributaria, morto prematuramente nel 2003, Fabio, giornalista televisivo e docente universitario, e Marcello, consigliere alla Provincia regionale di Palermo. Nel 2005 fu istituita la Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli, attiva in campo culturale anche con assegnazioni di premi a personalità siciliane che si siano distinte nel campo culturale.