Un milione di palestinesi allo stremo: ma anziché aprire il confine, l’Egitto costruisce un muro

Rafah
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L’Egitto ha ulteriormente rafforzato la presenza di forze di sicurezza al confine con Gaza. Lo riferisce l’agenzia Dpa che cita testimoni e una fonte della sicurezza. Testimonianze parlano di un rafforzamento delle misure di sicurezza e di pattuglie intensificate lungo la frontiera, soprattutto nella zona del valico di Rafah e in quella del transito di Kerem Shalom. Si tratta, secondo la fonte della Dpa, di misure decise nel contesto di quanto annunciato da parte israeliana riguardo Rafah. La fonte ha anche confermato operazioni in corso per innalzare ulteriormente la recinzione al confine e rafforzare il filo spinato dopo danni attribuiti alle operazioni israeliane. Il Cairo starebbe anche costruendo un muro di confine.

La drammatica testimonianza di un cooperante

Drammatica la testimonianbza di un cooperante palesrinese, dalla quale si capisce tutta la tragedia. E’ stata ”una notte molto difficile, allucinante” quella che hanno vissuto i palestinesi a Rafah. Gli israeliani ”hanno bombardato da terra, aria, i carri armati ovunque, le forze speciali israeliane sono entrate a Rafah. Hanno ucciso 105 persone” e ”il cielo era illuminato a giorno dalle bombe. La paura è stata tanta”. Ma lo è ancora di più pensando all’annunciata operazione militare che si annuncia contro Rafah. ”Se entrano sarà un massacro, le vittime non si conteranno più”. Lo racconta all’Adnkronos da Rafah il cooperante palestinese Sami Abu Omar che all’inizio di dicembre, insieme alla sua famiglia, aveva lasciato Khan Yunis.

A Rafah aumentati i prezzi di tutto, si approfittano dei profughi

Aveva camminato 14 chilometri insieme alla moglie e ai figli, il più piccolo di 12 anni, per arrivare a Rafah e trovare riparo dai combattimenti. Parte di ”un esodo di massa” verso la città al confine con l’Egitto dove lui racconta di aver ”preso una stanza in affitto vicino al mare per 500 euro al mese. Quattro metri per quattro dove vivono 40 persone, le donne con i bambini. Gli uomini, io con i miei fratelli, dormiamo in tende di plastica lì vicino’. Il vero problema, racconta Abu Omar, è che la gente è disperata, non sa dove andare. Io stesso non so cosa fare, come un altro milione di persone non so dove andare e per ora aspettiamo. Ci hanno detto di andare via dal nord e lo abbiamo fatto, via da Khan Yunis e lo abbiamo fatto. Ora dove andiamo, in mare?”.

L’Egitto non fa passare nessuno a meno che non paghi tangenti

Una ipotesi e l’unica speranza potrebbe essere quella di andare in Egitto, ma ”gli egiziani hanno aumentato la sicurezza al confine, stanno costruendo un muro e hanno stanziato un numero maggiore di soldati” per evitare l’esodo di palestinesi, racconta. In realtà, ci sarebbe un modo ”per passare dal valico di Rafah, pagando circa cinquemila euro ad adulto e tremila euro a bambino sotto i 15 anni. Soldi che vanno dati alla sicurezza egiziana tramite un loro mediatore a Rafah. Per la mia famiglia sarebbero 40mila euro, dove li trovo?”. Ma, anche volendo, i soldi non ci sono. Il costo della vita è diventato altissimo, ”al mercato nero i prezzi sono dieci volte più alti di quelli di prima” della guerra.

Perché Il Cairo non apre il confine?

Ma nessuno si pone la domanda: perché gli egiziani, popolo musulmano come quello palestinese, non apre il valico? Perché non accoglie i profughi sul suo territorio? I Paesi musulmani ricchi potrebbero finanziare l’accoglienza senza problemi, così come per molti anni hanno finanziato e armato Hamas. Vogliono che Israele si fermi, dimenticando le atrocità del 7 ottobre ma non sono disposti ad accogliere i profughi pur avendone i mezzi. Chi vuole la strage dei palestinesi? Difficile non pensare a un complotto panarabo le mettere alle corde Israele.

(Foto: wikipedia)