Una ricerca sul lavoro agile: evidenti i benefici per aziende e lavoratori, ma non per bar e ristoranti

dipendenti smart working

In soli sei mesi di smart working parziale (2/3 giorni a settimana), oltre 300 dipendenti di 11 aziende hanno evitato spostamenti per oltre 700mila km, ed emissioni di CO2 pari a quelle assorbite in un anno da una foresta di 32 ettari. Ma non solo: hanno risparmiato costi, tempo (-14.000 ore di spostamento casa-lavoro) e guadagnato in qualità della vita. Tanti anche i benefici per le aziende, che hanno così dipendenti più collaborativi e produttivi. Alla base del successo la gestione manageriale a supporto di una trasformazione organizzativa e digitale. A fare i conti ci ha pensato Smart & Value, il progetto in collaborazione con l’Università di Bologna e Manageritalia Emilia-Romagna. Che ha presentato i suoi risultati a alla Bologna Business School nell’evento ‘La digitalizzazione e la sostenibilità ESG dei modelli di smart working.

I risultati di una ricerca sul lavoro agile nel Bolognese

Aprendo l’incontro Rebecca Levy Orelli (professoressa associata Dipartimento Scienze Aziendali Università di Bologna), presentando i risultati del progetto, ha affermato: “Smart&Value ha dimostrato che lo smart working si può misurare. Grazie a Stantec e alle aziende partecipanti abbiamo aperto una finestra su un mondo intuibile, ma di fatto sconosciuto. E misurare ci permette di conoscere e di prendere decisioni per il futuro delle aziende e della collettività”. Nel suo intervento Gloria De Masi Gervais (Head of Communication Stantec) ha ripercorso obiettivi, fasi e partner del progetto. Sottolineando il profondo legame che lega Stantec e lo smart working: “Stantec crede nel lavoro da remoto da molto tempo. Abbiamo iniziato a sperimentarlo già nel 2008, per poi decidere di misurarne l’impatto nel 2018”.

Organizzazione del lavoro più moderna

Gianluca Maestrello (consigliere di Manageritalia Emilia Romagna), ha sottolineato l’impegno dei manager e di Manageritalia per diffondere nel nostro Paese il lavoro agile. E quindi una moderna organizzazione del lavoro come determinanti fattori competitivi a livello economico e sociale. “Molte aziende hanno indicato la gender equality come primo obiettivo di sostenibilità. Il nostro prossimo progetto sarà volto a identificare strumenti e strategie per promuoverla nelle imprese”. L’iniziativa ha coinvolto 11 aziende del bolognese e di altre parti d’Italia, per un totale di oltre 300 dipendenti. Per sei mesi si sono impegnate a misurare il proprio modello di smart working in termini di impatto di Co2 nell’atmosfera, km percorsi, tempi di viaggio, costi per i dipendenti e per l’azienda e produttività.

Risparmi in termini di costi, tempi e stress

Emergono così i benefici del lavoro agile, che impatta non solo sui singoli lavoratori e sulle aziende, ma sull’intera collettività. Benefici in termini di costi, tempo e qualità della vita. Lavorando in smart working, i dipendenti hanno risparmiato i costi di carburante, pedaggi, parcheggi, di spese per la gestione familiare (baby-sitter) e quasi 14.000 ore di spostamenti casa-lavoro. Tempo e soldi dedicati invece alla famiglia, al benessere, allo sport e anche alla formazione. I lavoratori si sono detti soddisfatti anche del proprio lavoro. Il 37% degli intervistati si è detto meno stressato, il 25% più concentrato e il 7% più creativo; solo il 4% preferisce lavorare sempre in ufficio. Non mancano, i benefici per le imprese: che hanno rilevato un miglioramento della produttività, del lavoro per obiettivi, e delle competenze digitali delle persone. Gli unici a non essere beneficati dal lavoro agile sono i bar e i ristoranti vicini ai luoghi di lavoro e agli uffici, soprattutto nelle città.