Uniti non si vince: neanche tutti insieme Pd, grillini e Azione avrebbero superato questa destra

calenda letta (2)

Mentre le chat del Pd sono intasate dalle percentuali dei congressi di circolo, fuori da whatsapp il centrosinistra perde il Lazio e resta molto indietro al centrodestra in Lombardia. L’assenza di uno schema di gioco in una elezione a turno unico porta il centrosinistra a una sconfitta schiacciante e annunciata. C’è anche un dato di astensionismo senza precedenti che si vedrà nell’analisi dei flussi elettorali quanto avrà pesato sul centrosinistra. Ma Youtrend ha già stimato un record di affluenza negativo nei Municipi romani dove Pd e Azione sono più forti. Intanto comunque dai primi dati in arrivo si manifestano alcuni trend per quanto riguarda le dinamiche interne al campo alternativo al centrodestra. Il primo è la(presunta) tenuta del Pd nel voto di lista. Il secondo sono i risultati opachi di M5S e Terzo Polo.

E’ un’autentica Waterloo per la sinistra

Nel Lazio il partito di Giuseppe Conte ha mancato l’obiettivo dell’opa sui dem: il Pd infatti è stimato intorno al 20% mentre il Movimento 5 Stelle sarebbe poco sotto il 10%, e solo perché ha promesso il reddito di cittadinanza regionale. Quando al Terzo Polo nel Lazio viaggia attorno al 4-5%, in discesa rispetto alla comunali romane. Anche in Lombardia la scelta solitaria con Letizia Moratti non ha avuto successo: Azione e Iv sarebbero sotto al 4%, un dato di gran lunga inferiore a quello delle politiche del 25 settembre. Un quadro che fa dire ad Enrico Letta: “Il dato che esce dalle urne in Lombardia e Lazio è chiaro. Il centro destra vince in entrambe le regioni. Tuttavia, in un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro, il Pd respinge la sfida di M5S e Terzo Polo”.

Letta se la prende con grillini e Azione

Prosegue Letta: “L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd. Il Pd rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell’opposizione. E questo dato può essere un viatico fondamentale per il lavoro del nuovo gruppo dirigente che uscirà dalle Primarie del Pd del 26 febbraio”. Un’analisi respinta ovviamente da Carlo Calenda. “La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque. Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo”. Insomma, il leader di Azione rilancia: “La costruzione di un partito unico del centro riformista, liberale e popolare diventa ancora più urgente”.

Il Pd continua a non capire

Il Pd però continua a non capire: per il senatore Pd Alessandro Alfieri, coordinatore della mozione Bonaccini sui territori “c’è un dato evidente, la sconfitta del terzo polo e la scelta dissennata di andare da soli. Si vince se si è uniti, penso e spero che sia Conte sia Calenda vogliano riflettere su questi risultati”. Alfieri non ha fatto i conti: neanche uniti avrebbero vinto. Equivoco in cui cade anche Stefano Bonaccini, presto alla del Pd: “La sconfitta di oggi è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre scorso, dove un Pd ridotto e un campo progressista diviso regalano un’altra vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà. Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo. Chiudiamo questa pagina e ne apriamo subito un’altra”.