Vaccini, dal 1 marzo si faranno anche dal medico di base. Ma con il contagocce

La buona notizia è che da lunedì 1 marzo i vaccini  si potranno effettuare anche direttamente dal medico di base. Almeno dai professionisti che hanno aderito alla campagna lanciata dalla Regione Lazio, e che sul territorio sono circa 4 mila. L’aspetto meno buono invece riguarda la disponibilità delle dosi riservate agli studi medici. Appena 80 mila, che tradotto significano 20 fiale ad ambulatorio. Una quantità più che modesta, che ha portato anche a forti critiche. E che ha scatenato l’inevitabile ironia sul web. Il siero in questione comunque sarà quello prodotto da Astra Zeneca, che prevede un richiamo dopo tre mesi. E che può essere conservato in frigorifero come un normale vaccino antinfluenzale. Unica controindicazione, per ora questo prodotto non ha ricevuto l’ok per essere somministrato alla parte più giovane e più anziana della popolazione.

Quindi si inizierà con un’età intermedia, e precisamente con i nati nel 1956. Donne  e uomini di 65 anni. Per passare poi a tutti gli altri, compatibilmente con le dosi disponibili. Mentre si attende con ansia anche l’autorizzazione per il vaccino della Johnson&Johnson’s. Che addirittura dovrebbe essere distribuito in pratiche confezioni monodose. Il problema rimane quindi più che altro legato alle forniture. Mentre altri Paesi extra UE come la Gran Bretagna e Israele sono molto più avanti con l’immunizzazione di massa della popolazione. Che significa ridurre tantissimo il rischio del contagio. E poter finalmente pensare anche a una ripresa economica.

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L’assessore D’Amato, sulle dosi insufficienti dei vaccini polemiche inutili. Distribuiamo quello che abbiamo

E sulla vicenda delle poche dosi di vaccini  a disposizione dal 1 marzo dei 4 mila medici di base del Lazio aderenti all’iniziativa è intervenuto anche l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato. Invitando di fatto a non fare polemica, e ad accettare la realtà per quella che è. “E’ inutile che qualche medico si lamenti o faccia ironia”, ha tagliato corto D’Amato. “Il pane si fa con la farina che abbiamo. Per marzo abbiamo destinato 80 mila vaccini ai medici di base del Lazio. È un numero di per se’ significativo ma mi rendo conto che ogni medico avrà a disposizione poche fiale. Se poi dovessero arrivare altri vaccini saremo felicissimi di distribuirli”. Fin qui l’assessore, e il tono delle dichiarazioni sembra tradire il nervosismo per un quadro che ancora è fortemente problematico sul fronte delle disponibilità del siero.

Infine i costi. I dottori riceveranno un compenso per ogni vaccinazione che ammonterà a 12 euro. E lo Stato ha stanziato 60 milioni di euro come indennità per i medici di famiglia. Con l’obiettivo di vaccinare almeno 5 milioni di Italiani entro la prossima estate.

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/vaccino_medici_famiglia_lazio_dosi_ultime_notizie-5786545.html