Vaccino Pomezia Oxford, arriva la doccia fredda. Reazione anomala su un volontario e stop alla sperimentazione

Arriva la prima doccia fredda su uno dei vaccini allo studio per cercare di debellare la pandemia mondiale da covid 19. Non era l’unico esperimento, certo. E quanto successo non significa che tutti gli sforzi compiuti saranno vani. O che le vaccinazioni siano intrinsecamente dannose e inutili. O  peggio pericolose. Ma certo lo stop alla sperimentazione condotta dalla azienda Astra Zeneca fa rumore. Anche perchè si tratta di una delle prime ricerche condotte su questo temibile virus ancora per larga parte sconosciuto. Tra l’altro, con una collaborazione tra l’Universita’ di Oxford e la IRBM di Pomezia. Quindi con il diretto coinvolgimento di una società di produzione e ricerca italiana. E ci ricordiamo tutti quando il presidente Piero di Lorenzo ha annunciato al mondo che si potevano avviare i test. Loro avrebbero prodotto una sorta di ‘carrello trasportatore’, sul quale far viaggiare l’antigene capace di penetrare il virus. E di sconfiggerlo. Anche il governo inglese aveva riposto grande fiducia in questo vaccino, prenotandone già in caso di successo diverse milioni di dosi. Ma purtroppo qualcosa è andato storto. Anche se per un solo volontario su 50 mila, a quanto è dato sapere. Che avrebbe avuto una reazione anomala. Sufficiente però almeno per ora per dichiarare uno stop formale all’esperimento.

Reazione anomala su un volontario. Si ferma la sperimentazione del vaccino Pomezia Oxford e la sconfitta del covid si allontana 

Ci sarebbe stata una reazione anomala al vaccino. Una sola, su 50 mila volontari. Ma sufficiente a convincere la società Astra Zeneca a sospendere tutto. In attesa di vedere come si evolverà la situazione clinica di questo paziente. E di prendere con calma le dovute decisioni. Il presidente della IRBM di Pomezia Piero Di Lorenzo partner dell’’esperimento però non si arrende. E cerca comunque di guardare avanti. Assicurando che si continuerà a lavorare. E che ci sarà un monitoraggio costante su tutti gli altri volontari ai quali è stata iniettata una dose del vaccino. Come dicevamo, questa ricerca non è ovviamente l’unica. Quasi tutti gli Stati sono al lavoro, e tra questi Stati Uniti, Russia e Cina stanno compiendo sforzi particolari. In una sorta di sfida per chi arriverà prona a salvare il mondo. Con toni quasi da guerra fredda, se si pensa a quanto avvenuto pochi giorni fa. Quando Putin ha annunciato che il vaccino Russo era pronto e sicuro. Tra i dubbi della comunità scientifica internazionale. E anche in Italia si lavora alacremente, con la sperimentazione sull’uomo partita anche per il siero selezionato allo Spallanzani dall’equipe del professor Vaia. Ma certo, queso contrattempo non ci voleva. E ritorna a farsi strada la paura. Che però una vera soluzione a questa epidemia ci vorrà ancora molto tempo. Se mai la scienza e la ricerca riusciranno a trovarla. In piena sicurezza e senza la paura di effetti collaterali. Che molte volte son9 peggiori del male che si vuole sconfiggere.

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