Valmontone, operatore ecologico muore schiacciato dal camion: Mirko De Persiis aveva 42 anni

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Ancora un incidente sul lavoro in provincia di Roma. Stavolta la tragedia è accaduta a Valmontone, in piazza Alcide De Gasperi, dove questa mattina ha perso la vita Mirko De Persiis, operatore ecologico 40enne di Palestrina. De Persiis era da solo, come troppo spesso accade durante questo tipo di lavoro. E da solo è morto, schiacciato dal camioncino della nettezza urbana mentre svolgeva il suo turno mattutino. Il mezzo si è ribaltato all’altezza del cimitero comunale. E non gli ha lasciato scampo, anche perché nessuno ha potuto aiutarlo. E così, un altro nome si aggiunge all’elenco delle morti bianche, tragedie silenziose che troppo spesso scivolano nel dimenticatoio.

Le parole del sindaco di Valmontone

La notizia ha fatto in breve tempo il giro di tutti e tre i paesi coinvolti: Zaragarolo, dove Mirko era nato, Palestrina, dove viveva, e Valmontone, dove è accaduta la tragedia. E proprio il sindaco di Valmontone, a voluto esprimere il suo dolore, recandosi casa dei genitori dell’operaio. E sulla pagina del Comune è apparso questo messaggio. “A seguito di un incidente avuto questa mattina con il proprio mezzo, un operaio di soli 42 anni ha perso la vita a Valmontone, in piazza De Gasperi, mentre effettuava il servizio di raccolta differenziata. Carabinieri e polizia locale, intervenuti sul posto, hanno effettuato tutti i rilievi del caso per consentire al magistrato di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.

La notizia si è diffusa in poco tempo, lasciando sgomenta tutta Valmontone. Il sindaco Veronica Bernabei si è recata personalmente a casa dei genitori dell’operaio, a Zagarolo, per manifestare tutto il proprio dolore e la vicinanza dell’Amministrazione comunale, in questo momento così duro e difficile. Vicinanza che viene estesa anche a tutti i lavoratori di Ambiente e ai vertici della società”.

Morti annunciate?

La morte di Mirko De Persiis non è l’unica. Il 40enne lavorava per l’Aet, la società partecipata che gestisce la raccolta differenziata non solo a Valmontone, ma anche ad Anzio e Ciampino. Ma Mirko, appunto, nel momento dell’incidente era da solo. Ed è proprio questo il punto su cui i sindacati tornano a insistere con rabbia. “Ancora una volta si muore perché si lavora da soli”, denuncia la Cgil di Roma e Lazio, sottolineando con forza che la pratica del “mono-operatore” è una scelta aziendale che riduce i costi, ma aumenta esponenzialmente i rischi.

“In un sistema in cui chi guida il mezzo deve anche scendere a svuotare i cassonetti – si legge nella nota – chi controlla che il camion non si muova? Chi può intervenire in caso di pericolo? Nessuno. Ed è per questo che continuiamo a contare morti sul lavoro”.

Prassi rischiosa

Secondo le prime ricostruzioni, Mirko era alla guida del mezzo quando, per cause ancora da chiarire, il furgoncino si è ribaltato ed è precipitato giù dalla strada, travolgendolo. L’uomo potrebbe essere sceso dal mezzo per una manovra o per un controllo. Ed è rimasto schiacciato, da solo. Nessuno a dare l’allarme, nessuno a fermare il camion, nessuno ad aiutarlo.

Una dinamica che i tecnici della sicurezza e i rappresentanti dei lavoratori conoscono fin troppo bene. Ma che resta invariata, giorno dopo giorno. Perché “il risparmio” viene prima di tutto.

La CGIL: “Non è un caso, ma un modello da cambiare”

“Non si tratta di una fatalità, ma di un sistema di lavoro malato – attacca la Cgil – che sacrifica le persone per garantire profitto e numeri. È tempo di dire basta”. Il sindacato ha già chiesto un incontro urgente alla Regione Lazio e all’ANCI per affrontare di petto la questione: “Serve un cambio di rotta, e serve ora. Perché ogni giorno che passa, è un giorno in cui altri lavoratori come Mirko rischiano la vita”.