Venti anni fa il primo allarme Sars dalla Cina. Ma ci siamo fatti cogliere impreparati dal Covid…

E’ l’11 febbraio 2003, l’Organizzazione mondiale della sanità riceve un rapporto dal ministro della Sanità della Cina su un’epidemia di sindrome acuta respiratoria. Con 305 casi e cinque decessi nella Provincia di Guangdong. E’ il primo allarme Sars (Sindrome acuta respiratoria grave), la malattia che 20 anni fa terrorizzò il mondo. E’ stata la prima minaccia sanitaria globale del XXI secolo. Il primo caso conosciuto di questa polmonite atipica – secondo la cronologia pubblicata sul sito dell’Istituto superiore di sanità – risale a novembre 2002 a Foshan, nel Guangdong. Dove l’epidemia si diffonde velocemente in 6 città. Gli esami eseguiti sui malati escludono l’influenza, ma anche l’antrace, la peste polmonare, la leptospirosi e la febbre emorragica. A colpire è in virus sconosciuto.
Fu un medico italiano in Vietnam a dare l’allarme
L’allarme sale di livello dal 20 febbraio con la comunicazione dei primi casi a Hong Kong, una catena di infezioni che ha origine da persone arrivate dalle province cinesi già colpite dal virus. I focolai si moltiplicano a Hong Kong e da qui nel resto del mondo. Il 26 febbraio un uomo d’affari cinese-americano di 48 anni, che proveniva da Hong Kong, viene ricoverato all’ospedale francese di Hanoi con sintomi respiratori che duravano da tre giorni. In Vietnam lavora per l’Oms il medico italiano Carlo Urbani. Preoccupato per i tanti casi di polmonite atipica nell’ospedale francese di Hanoi, segnala all’Ufficio regionale dell’Oms per il Pacifico Orientale che è necessario proclamare uno stato di allerta. I casi continuano a diffondersi, i sanitari cominciano ad ammalarsi negli ospedali di Hanoi e di Hong Kong.

Il 12 marzo 2003 l’Oms emana l’allerta globale
I numeri sono ormai preoccupanti e il 12 marzo l’Oms emana l’allerta globale per la polmonite severa atipica. Intanto Carlo Urbani parte per Bangkok, dove deve tenere una presentazione sulle malattie tropicali. Al suo arrivo accusa sintomi e viene immediatamente ricoverato: in ospedale morirà di Sars il 29 marzo. Casi di quest’insolita malattia respiratoria, piuttosto severa, si contano ormai anche a Singapore e in Canada. Come è accaduto all’inizio della pandemia di Covid, gli ospedali diventano focolai. Un medico di Singapore, che era stato per lavoro prima in Usa e poi in Europa, e aveva raccontato a un collega per telefono di avere sintomi respiratori, viene prelevato dall’aereo a Francoforte e immediatamente posto in isolamento. Il virus sbarca in Europa.
La Sars inizia a diffondersi tramite i voli internazionali
Viste le prove che la Sars si sta diffondendo nel mondo tramite i voli internazionali, l’Oms emana una raccomandazione per limitare i viaggi. Il 15 marzo 2003 la Sars viene dichiarata emergenza sanitaria internazionale. E’ la prima volta nella storia dell’Organizzazione mondiale della sanità, che formula un piano di risposta globale, elabora la definizione di caso e le linee guida per il controllo dell’infezione negli ospedali e mobilita i partner nel Global Outbreak Alert and Response Network (Goarn). Appena un mese dopo la costituzione del network di laboratori dell’Oms, viene annunciata la definitiva identificazione dell’agente causale della Sars. E’ un nuovo coronavirus, diverso da qualsiasi membro della famiglia di coronavirus umani o animali.
Individuata la correazione della Sars: in una civetta e un cane-procione
A inizio maggio il totale dei casi supera i 6mila, la maggior parte in Cina. L’Oms stima che la letalità della Sars varia dallo 0% al 50% secondo l’età dei pazienti. In media la letalità è 14-15%. Finalmente a metà maggio i focolai iniziali cominciano a essere messi sotto controllo: la Sars può essere contenuta. Le misure anti-contagio raccomandate dall’Oms – identificazione precoce e isolamento dei pazienti, tracciamento e sorveglianza sanitaria dei contatti stretti e informazione al pubblico per incoraggiare la tempestiva segnalazione dei sintomi – stanno funzionando e sono efficaci. Uno studio condotto in Cina mette in evidenza la presenza di coronavirus geneticamente correlati a quelli della Sars in due specie animali: in una civetta (masked palm civet) e nel cane-procione.
In Italia ci furono solo 4 casi di Sars
A giugno inizia il declino del numero di nuovi casi: 8.403 il totale, con 775 morti in 29 Paesi. L’Oms revoca le restrizioni ai viaggi e a fine mese anche Hong Kong e Pechino vengono tolte dalla lista delle destinazioni “off limit”. In Italia si sono registrati 4 casi di Sars: due imprenditori italiani, un assistente di volo cinese e una donna cinese che viveva nel nostro Paese ed era andata a Pechino ad assistere una familiare.