Vergogna Viminale: è caccia ai pacifici cittadini scesi in piazza (video)

viminale mascherine tricolori

Vergogna Viminale. Ieri il ministero dell’Interno ha schierato una forza d’urto assolutamente sproporzionata contro qualche centinaia di pacifici manifestanti che stavano camminando al centro di Roma. Gipponi, celerini, carabinieri in agenti antisommossa, Digos, funzionari in borghese: sembrava di essere ritornati agli anni Settanta. Questo fervore il Viminale non lo dimostra però con mafia e camorra e spacciatori. Ma andiamo con ordine. Molti cittadini erano scesi in piazza per manifestare con le mascherine tricolori, che sempre ieri mattina hanno manifestato in centinaia di piazza di tutta Italia. A Roma, però, evidentemente il numero significativo di manifestanti, tra cui anche famiglie con bambini e persone anziane, deve aver dato fastidio al regime.

Dal Viminale metodi venezuelani

Il Viminale forse lo ha intepretato per una insurrezione, anziché per quello che era. Ossia gente normale, commercianti, artigiani, ristoratori, parrucchieri, partite Iva, imprenditori, studenti, che non ne possono più. Anzi, che non ce la fanno più a tirare avanti. Le loro attività sono state chiuse d’imperio da un governo che non ha saputo prevenire l’emergenza, pur sapendola. Con i soldi, sempre promessi dal governo incapace, che non arrivano. Con i prestiti che quegli istituti di beneficenza che si chiamano banche stentano a erogare, perché evidentemente non si fidano della garanzia del governo. E poi le casse integraioni che non partono.

I manifestanti prima sequestrati e poi identificati

Tutte queste persone, in tutta Italia, hanno deciso di scendere in piazza con le mascherine tricolori per manifestare pacificamente il loro profondo disagio, alleviato solo dai pacchi alimentari di varie organizzazioni caritatevoli. Insomma, mentre i manifestanti da piazza del Popolo percorrevano le strade centrali di Roma, una impressionante potenza di fuoco delle forze dell’ordine prima li accerchiava in via Tomacelli, bloccando con i mezzi pesanti i varchi di uscita, e poi procedeva a identificare decine di persone. Con funzionari di polizia in borghese che intimavano alla gente di allontanarsi senza dare spiegazioni di nessun genere. Il video lo dimostra chiaramente.

Una repressione di stampo venezuelano

La gente inutilmente spiegava che era una manifestazione pacifica e non c’era bisogno di questo autentico sequestro di persone. Ora è anche proibito scendere in piazza? Dobbiamo solo stare agli arresti domiciliari per l’incapacità e il menefreghismo di chi sapeva fin da gennaio cosa sarebbe successo? Siamo alla sindrome del Venezuela: il dittatore di turno come Maduro, reprime la libertà di espressione. La gente non ha da mangiare. Alla prossima manifestazione cosa faranno, spareranno cannonate sulla folla come Bava Beccaris? Il governo non ha più il controllo della situazione. Che sta diventando pericolosa.

 

Pubblicato da 7Colli su Sabato 16 maggio 2020

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Commenti

  • Giardi gaetano scrive:

    E’ una situazione evidente e preordinata per creare il caso di concerto interni e difesa contro una manifestazione pacifica e ordinata. La provocazione si sviluppa con l’imbottigliamento della manifestazione in una via stretta e due blocchi in entrata e in uscita che rendevano vano ogni movimento con il blocco totale posto in essere dai corpi di polizia e carabinieri e dal tentativo ,mal riuscito, di provocare una reazione. Il capo pattuglia gridava ai manifestanti, ormai impossibilitati, di allontanarsi di 1 metro per poi replicare a 4 metri nel tentativo di alimentare una qualche reazione. Tutto molto diverso dal comportamento del 25 aprile quando alla manifestazione non si presentava neanche una pattuglia. Il governo con il concerto difesa, interni ha cercato di provocare il caso politico ma e’stato annientato dai civili che manifestavano. Prove di colpo di stato in piena regola. Serve un commissione di indagine per accertare i responsabili.