Vetralla, dopo ottant’anni trovati 23 ordigni bellici della contraerea tedesca

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A circa ottanta anni dai bombardamenti che colpirono molti paesi della Tuscia devastandone i territori, la memoria del secondo conflitto mondiale è riaffiorata nel comune di Vetralla. Rinvenuti residuati bellici, a testimonianza delle azioni militari che la “Wehrmacht” tedesca operò in tale zona. Zona situata al crocevia tra le due strade consolari Cassia e Aurelia, considerate da sempre di importanza strategica. La mirata attività di controllo del territorio è stata condotta da militari appartenenti al Comando provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo. I quali hanno operato in sinergia con militari della Sezione Aerea di Pratica di Mare del medesimo corpo.

Si tratta di 23 proiettili per artiglieria della Wehrmacht

Qui individuati, nei pressi di una di una zona archeologica situata nel comune, 23 proiettili per artiglieria della seconda guerra mondiale. I finanzieri, con l’ausilio dei metal detector, a una profondità di circa 1 metro, hanno rilevato diversi manufatti metallici cilindrici di varie dimensioni (7 bossoli per granata da 75 mm – 4 bossoli da 105 mm attivi di cannello – 10 bossoli cal. 50 mm – 2 contenitori logistici per colpi). Tutti in uso all’artiglieria dell’esercito tedesco accampato nel territorio viterbese, evidentemente dormienti da decenni. La Prefettura di Viterbo, immediatamente allertata, ha disposto l’intervento d’urgenza del Comando Forze Operative Sud dell’esercito italiano con sede in Napoli, per mettere in sicurezza l’area interessata.

Gli ordigni distrutti dal Genio Pionieri

Per poi renderla fruibile per le successive operazioni avvenute a opera di militari del 6° Genio Pionieri di Roma. Che, nei mesi di agosto e settembre 2021, con la cornice di sicurezza garantita dai militari della Guardia di Finanza di Viterbo e con l’ausilio di mezzi meccanici, hanno rimosso e, una volta trasportati in zona di sicurezza, fatto brillare i 23 proiettili di artiglieria rinvenuti. Le attività effettuate 6° Genio Pionieri dell’esercito italiano, sono avvenute nel pieno rispetto delle consolidate procedure atte a neutralizzare la pericolosità degli ordigni. Questo mediante la distruzione con apposita contro-carica esplosiva e con le cautele atte a preservare il sito. Non è noto però come e da chi abbia scoperto l’esistenza di questi ordigni.

(Foto: Global news)