Via del Tritone, i nuovi marciapiedi sono già rotti. Opposizione all’attacco di Gualtieri

I lavori per i nuovi marciapiedi in via del Tritone sono durati circa un anno. Frutto di un accordo di programma tra il Gruppo La Rinascente e il Campidoglio. Con il privato che si era caricato i costi per il rifacimento della infrastruttura. Un’opera importante, tesa a riqualificare un tratto della celebre strada del centro di Roma, lungo più di 600 metri. Rendendolo maggiormente fruibile per lo shopping e per i pedoni, con un ampliamento dei marciapiedi, realizzati con lastre di travertino, dagli originari due metri e mezzo di larghezza a cinque metri e mezzo. E inaugurati in pompa magna dal sindaco Gualtieri, appena martedì scorso. Peccato però, che a distanza di allena due giorni la pavimentazione si presenti già sconnessa. E in alcuni tratti rotta, tanto da costringere gli operai del comune a mettere degli appositi cartelli di pericolo. Causa più probabile del repentino ammaloramento della sede pedonale, la sosta selvaggia di furgoni e camioncini. Perché via del Tritone rimane comunque una strada commerciale. E in assenza di stalli per carico e scarico merci, i corrieri parcheggiano sul marciapiede. Creando il danno.

Così adesso l’opposizione va all’attacco, chiedendo lumi su come sia stata realizzata l’opera. E anche su una politica della mobilità che continua a non convincere.

FDI, Gualtieri chiarisca sui lavori a via del Tritone

“Se, anziché sprecare tempo ed energia per frettolose inaugurazioni di fine cantiere, il sindaco Gualtieri si focalizzasse su come vengono pianificati ed eseguiti i lavori, probabilmente non si dovrebbe ricorrere a ulteriori risorse economiche. E ad interventi di operai per sistemare danni purtroppo prevedibili”. Così tuona il presidente della commissione Trasparenza Andrea De Priamo. “Basterebbe valutare preventivamente l’impatto degli interventi di riqualificazione urbana e conoscere le realtà che operano nella Capitale per capire che, oltre alla pavimentazione, occorre creare stalli per la sosta dei veicoli commerciali”. Senza contare la necessità di “valutare l’idoneità dei lavori eseguiti e dei materiali utilizzati e prevedere strumenti di contrasto alla sosta selvaggia per non essere gli artefici di un cantiere in perenne manutenzione”.