Via il bonus 18app da 500 euro: troppe truffe, ma la sinistra fa cagnara

app18

Addio a 18app, il bonus destinato ai diciottenni per i consumi culturali (dal teatro al cinema, dall’acquisto dei libri all’abbonamento ai giornali). Lo propone un emendamento alla manovra siglato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, che abroga la misura ridestinando i 230 milioni di euro annui, previsti a decorrere dal 2022, al sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura.

La nota di Speranzon (FdI): “18App ha fallito”

“L’app18 ha, tra scandali e usi impropri, fallito nel suo compito ma i suoi aspetti positivi verranno ripresi e resi realmente operativi attraverso il potenziamento della Carta cultura”, ha spiegato il vicepresidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon.

Immediate le reazioni, prima di tutto da parte di chi la misura l’aveva introdotta, ovvero l’ex premier Matteo Renzi: “La maggioranza della Meloni vuole cancellare 18App. Follia! Perché hanno paura della cultura? Io sono pronto all’ostruzionismo parlamentare. Ma chiedo a tutti di darci una mano” scrive su Twitter il leader di Italia Viva, lanciando una petizione. Sulla stessa linea il deputato del Pd ed ex governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: “Ormai contro le ragazze e i ragazzi è una persecuzione. Quella delle destre non è l’Italia del merito ma dei privilegiati”. Anche i 5 Stelle difendono il bonus: “Il danno sarebbe enorme – scrivono in una nota i parlamentari pentastellati – perché le risorse a copertura di questo strumento sono state rese stabili nella scorsa legge di bilancio e gli operatori del settore contano su quegli introiti. Dopo la pandemia il settore culturale va sostenuto con misure che si dispiegano nel tempo, soprattutto in questa fase di crisi energetica e di calo generalizzato dei consumi”.

“Su quei 500 euro per gli studenti si sono moltiplicati i raggiri e le frodi”

“Quante sono le truffe sulla 18App voluta da Renzi e Franceschini? Su quei 500 euro per gli studenti si sono moltiplicati i raggiri e le frodi. Cresce a ritmo esponenziale il numero delle indagini della guardia di finanza, al momento sono state certificate truffe per 9 milioni di euro, ci sono singoli casi che arrivano addirittura a superare il milione di euro. La corte dei conti ha evidenziato anche un possibile danno erariale. Lo strumento va ripensato e quei fondi vanno utilizzati per garantire realmente un supporto agli operatori del settore – in grande difficoltà – e per la promozione della cultura. Abbiamo voluto questo emendamento proprio per tali finalità. Parte di quei soldi ad esempio verranno destinati all’indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo, fondamentale aiuto a persone che hanno spesso carriere discontinue”. Così in una nota il sen. Roberto Marti, presidente della Commissione cultura e istruzione pubblica del Senato.

Dalla Chiesa: “Investiamo per i giovani in modo migliore”

“Noto con grandissimo dispiacere che intorno al bonus cultura per i diciottenni si è scatenata una rissa mediatica che vede i partiti di opposizione accusare il Governo e la sua maggioranza di voler privare i giovani di quelle risorse necessarie per avvicinarsi e confrontarsi con la cultura nelle sue forme più diverse. Il mio dispiacere è legato soprattutto al fatto che l’emendamento presentato alla legge di Stabilità non solo non toglie risorse per il settore, ma le integra. E non di poco. I giovani e le famiglie avranno a disposizione strumenti nuovi e diversi per accedere al bisogno di “sapere”, di “conoscere”, di frequentare librerie, concerti, musei, biblioteche. Mentre gli operatori del settore cultura potranno contare su fondi mai avuti fino ad ora. Valga su tutti la creazione del “fondo per il libro” con 15 milioni o quello per le biblioteche con una dotazione di 30 milioni l’anno. Insomma, al netto di sterili polemiche, la verità è che Forza Italia sostiene la famiglia e i loro giovani, come ha sempre fatto, agevolandoli ancora di più con questa iniziativa per favorire un giusto rapporto con la cultura”. Così in una nota la deputata Rita dalla Chiesa, capogruppo di Forza Italia in commissione cultura.