Viaggio in Giappone da 1,8 milioni: i conti (salati) della Regione Lazio tra hotel di lusso, cene di gala e gadget

Un milione e mezzo per un viaggio di una settimana in Giappone. Più altri 300 mila euro. Per un totale di 1 milione e ottocentomila euro, pagati dai cittadini. E ora si comincia ad avere il dettaglio di come sono stati spesi questi soldi, grazie alla “tigna” di Alessio D’Amato, intenzionato ad andare avanti con la sua “crociata”, ovvero con l’intenzione di presentare un esposto alla Corte dei Conti, per capire se quelle fatte dalla Regione Lazio e dal suo Presidente Francesco Rocca sono spese esagerate o no.
Dalla Regione al Sol Levante, il viaggio della discordia: soldi pubblici tra lusso e polemiche
La settimana a Osaka è costata ai cittadini del Lazio una bella cifra, ed è ancora provvisoria. Il tour istituzionale per partecipare all’Expo sta facendo discutere, e parecchio, proprio per i costi esorbitanti. A sollevare il velo sulle spese è Alessio D’Amato, consigliere regionale di Azione, che ha annunciato un esposto alla Corte dei Conti. Il sospetto del consigliere di opposizione è che più che una missione per promuovere il territorio, si sia trattato di una gita extralusso a carico dei contribuenti.

Hotel a 5 stelle, cene da sogno e concerti: quanto è costato davvero il Giappone?
I numeri parlano chiaro. 65mila euro per soggiornare al prestigioso St. Regis di Osaka e altri 19.500 euro per qualche notte al Westin di Tokyo. A questi si aggiungono 12.200 euro per una cena istituzionale da 80 invitati, impreziosita da un concerto del Teatro dell’Opera costato quasi 17mila euro. Il tutto incorniciato da una location scenografica, affittata e allestita con palco e strumenti per quasi 25mila euro.
Ma il conto continua a lievitare: trolley personalizzati da 18.300 euro, foulard e cravatte su misura, gadget promozionali per 6mila euro tra shopper, tappetini per mouse in sughero, portacarte e penne ecologiche. Anche il reparto comunicazione ha avuto il suo bel costo: 52mila euro complessivi, con un’integrazione da 90mila euro per agenzie e traduttori giapponesi.
Una missione per il Lazio o una “vacanza pagata”?
La delegazione era tutt’altro che snella: sessanta persone, tra assessori, consiglieri regionali di maggioranza e opposizione, staff, dirigenti e segreterie. Una vera e propria carovana istituzionale che non si è fatta mancare nulla. Neanche il networking cocktail da 16mila euro abbinato ai workshop per presentare le “eccellenze del territorio”. E poi il pranzo targato Eataly da 6.800 euro.
La spesa, inizialmente stimata in 1,5 milioni, è lievitata con un’aggiunta da 300mila euro, gestita tramite la società in house Lazio Innova. Il dubbio di D’Amato è chiaro: quanto è stato realmente investito per promuovere il Lazio e quanto, invece, per garantire comfort e visibilità alla delegazione politica?
D’Amato all’attacco: “Altro che missione istituzionale, è una gita di lusso”
Per l’ex assessore alla Sanità e attuale consigliere di Azione, il quadro è già chiaro: «Non partono imprenditori, ma consiglieri, segretari e portaborse. È una vacanza mascherata». E non si accontenta di un’interrogazione in aula. Vuole andare fino in fondo e lo farà nelle sedi opportune, chiedendo alla magistratura contabile di valutare se ci siano i presupposti per un danno erariale.
Nel frattempo, tra concerti, gadget e hotel extralusso, resta una domanda: quanto costa davvero il “made in Lazio” quando a promuoverlo sono i politici?