Vicenda Sanigest, la procura accusa: scambi di favori con lo staff di Zingaretti

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Il gruppo Sanigest nel mirino dei giudici. Secondo quanto rivela oggi Il Fatto quotidiano, il vertici del gruppo e un ex componente dello staff del presidente regionale Zingaretti sono indagati per corruzione. Si tratta di Simonetta Garofalo, proprietria del gruppo Sanigest, e di suo marito Maurizio Pigozzi, direttore generale. Avrebbero ottenuto il rinnovao dell’accreditamento del serizio sanitario regionale  per il loro ospedale. Con loro sono indagati per concorso in corruzione l’ex direttore della Asl Roma 3 Vitaliano De Salazar e l’ex consigliere regionale della Lista Zingaretti Michele Baldi. Non rieletto, è stato poi assunto nello staff di Nicola Zingaretti fino al 2019.

Indagati i vertici della Sanigest

Sempre secondo Il Fatto quotidiano, le indagini del procuratore aggiuntoIelo e dai sostituti Varone e Neri, i due, Garofalo e Pigozzi, ottennero il rinnovo dell’accreditamento pubblico per gli screening mammografici dell’Istituto Policlinico Luigi Di Liegro – uno degli ospedali più importanti di Sanigest – e la compensazione del crediti con l’Asl. “Operazione formalizzata – scrive il quotidiano – con la determinazione dirigenziale 1008 del 17 dicembre 2019. In cambio, i due imprenditori avevano assicurato al direttore della Asl l’assunzione del fratello in qualità di dirigente presso la casa di cura Le Querce e quella di Andrea Licari, legato a De Salazar al quale il 5 novembre 2019 si offriva un contratto di lavoro a tempo determinato presso il Policlinico Di Liegro”.

Gli indagati respingono le accuse

Si tratta, secondo gli inquirenti, di un complesso scambio di favori tra politici e imprenditori della sanità. Comprendenti, tra l’altro, anche della dirigente della Asl Tatiana Fabbri. Contattato da ilfattoquotidiano.it l’avvocato Gildo Ursini, legale dei coniugi indagati, conferma di aver preso visione dell’avviso conclusione indagini inviato dalla Procura. “I miei clienti – afferma – hanno subito chiesto di essere sentiti dai magistrati e hanno presentato cospicua documentazione idonea a dimostrare la loro estraneità alle accuse”. Anche i legali di Baldi e De Salazar, scrive sempre il Fatto, parlano di “estraneità ai fatti contestati” da parte dei loro clienti.