Coronavirus: per i vigili a Roma niente mascherine né amuchina

Si diffonde l’allarme da coronavirus. Oltre 1600 i casi conclamati in Italia secondo le stime diffuse ieri dalla Protezione civile. E anche a Roma si inizia a temere il peggio, dopo i casi di Fiumicino, del parroco di San Luigi de’ Francesi e dell’agente di Spinaceto ricoverato allo Spallanzani. I più esposti sono sicuramente i medici e il personale sanitario che stanno fornendo una prova eccezionale di coraggio e dedizione al dovere. Ma sono anche altre le categorie che rischiano, soprattutto chi è quotidianamente esposto al contatto con il pubblico. Tra questi certamente i vigili urbani, i diversi Corpi della Polizia locale che operano nelle grandi metropoli e nelle zone a rischio.

Niente mascherine nè amuchina per i vigili

A Roma i vigili urbani sono quasi seimila, e circa il 70 per cento a turno svolgono servizi in strada. Quindi a diretto contatto con cittadini e turisti provenienti da tutto il mondo.  Ai quali ovviamente non possono chiedere la tessera sanitaria. Aspettano tutti le ormai famose mascherine per proteggersi dal coronavirus, ma sembra che fossero in arrivo quelle sbagliate. Secondo il Messaggero.it infatti non sarebbero quelle indicate dal Viminale e contrassegnate dalla sigla FFP3. Tutto da rifare dunque, servirà un nuovo appalto e i tempi si allungano ancora. E anche per la semplice fornitura di amuchina siamo in alto mare.

Marucci (OsPOL): senza mascherine servizio a rischio

La Polizia locale di Roma capitale deve essere subito dotata di mascherine adatte a limitare la possibilità di contagio da coronavirus. E’ quanto dichiara Luigi Marucci, Presidente nazionale dell’OsPOL che rappresenta le diverse Polizie locali in tutta Italia. Ogni giorno siamo esposti al contatto con il pubblico, si pensi solamente ai turisti che a Roma ci fermano per chiederci un’informazione o per segnalare qualcosa che non va. Oltre agli interventi di natura preventiva  e repressiva che svolgiamo per le funzioni di servizio, spesso in luoghi molto affollati come la metropolitana. E mentre siamo sul lavoro non possiamo chiedere la tessera sanitaria o la provenienza di tutti quelli che incontriamo. Ecco perchè le mascherine sarebbero comunque un primo passo importante. Come già avviene per le Forze dell’Ordine che operano nella zona rossa.

Un tavolo permanente con il comune

E’ un fiume in piena Marucci. Abbiamo aperto un tavolo di lavoro con l’amministrazione capitolina e ci aspettiamo risposte veloci in linea con l’emergenza straordinaria che dobbiamo affrontare. Ricordiamo che il comune di Roma è il nostro datore di lavoro e che ha una precisa responsabilità sulla tutela della nostra salute. Capiamo che vedere i vigili con la mascherina può causare qualche preoccupazione, ma pensiamo che la tutela della salute sia la cosa più importante arrivati a questo punto. Se Roma dovesse diventare zona rossa e non avessimo le mascherine, allora non potremmo più assicurare la continuità del servizio. Dobbiamo subito decidere quante mascherine servono, di che tipo e a chi devono essere distribuite. I vigili urbani di Roma faranno come sempre fino in fondo il loro dovere, ma chiediamo che possano lavorare nella massima sicurezza. Per il rispetto della loro salute e per fornire un sevizio migliore all’utenza e a tutta la città.