Villa Doria Pamphilj nel degrado, Marco Doria: “A 100 metri dal ritrovamento dei corpi di mamma e figlia una decina di giacigli di fortuna”

Una tragedia consumata nel silenzio, nel cuore verde di Roma dove sabato scorso due corpi senza vita,quelli di una giovane donna e della sua bambina di pochi mesi, sono stati rinvenuti all’interno della monumentale Villa Doria Pamphilj. Una scoperta agghiacciante che ha riacceso l’attenzione, troppo spesso intermittente, sullo stato di abbandono e degrado del parco storico più esteso della Capitale.
Decina di giacigli di fortuna a 100 metri di distanza dal ritrovamento
A pochi metri dal punto del macabro ritrovamento, esattamente a meno di 100 metri di distanza, si trovano ancora oggi almeno una decina di giacigli di fortuna, tra cui quello di un uomo che dorme lì di notte. Lo segnala, con amarezza e una punta di rabbia, Marco Doria, ex presidente del tavolo per la riqualificazione delle Ville Storiche di Roma Capitale e attuale membro della II Commissione Speciale Antimafia.

Marco Doria su degrado: “Ora cascano tutti dalle nuvole”
“Ora cascano tutti dalle nuvole”, denuncia Marco Doria in un’intervista rilasciata alla redazione del Nuovo 7 Colli. “Quando in più occasioni segnalai quanto stava accadendo nella villa, tutti mi guardavano sbalorditi. Quando avviammo i blitz nei dormitori abusivi nelle Serre e trovammo oltre 100 disperati, tutto finì in una bolla di sapone. Anzi, fui persino accusato di prendermela con queste persone in difficoltà”. Secondo Doria, gli interventi massicci di sgombero e bonifica all’interno della villa durarono fino al novembre del 2021: oltre un centinaio di allontanamenti, interventi contro lo spaccio di eroina nella zona nota come “il buco”, pulizia della zona del laghetto frequentata da prostituzione maschile e ripristino parziale della legalità in diverse aree. “Poi, dopo il 2022, il nulla”, prosegue l’ex presidente del tavolo. “E oggi si piangono lacrime di coccodrillo. Ma tutti sapevano cosa stava accadendo nel parco”.
“Villa in pessimo stato”
“Oggi dopo quanto accaduto alle due persone che sono decedute ritrovate prive di vita accompagnato dalla polizia di stato della scorta ho voluto fare un sopralluogo, ho trovato la villa in un pessimo stato con erba alta, e un abbandono – conclude Marco Doria – Tra bivacchi e giacigli di fortuna ne ho contati almeno 10 per l’ esattezza sotto il ponte Artemisia Gentileschi Lomi dove alle 10 di oggi vi era ancora un soggetto che dormiva. Non ho potuto visionare le serre abbandonate ma sono sicuro che anche lì ci saranno ospiti. Lo posso affermare dalla Stradella battuta priva di erba tra le erbacce di un metro e sta a significare che quotidianamente ci passano. Voglio evidenziare anche che la recinzione della villa è abbattuta e chiunque può entrarvi anche dopo la chiusura dei cancelli in particolar modo in via Leone XIII, proprio a 100 metri da dove sono stati rinvenuti i cadaveri”.
Rifugio di disperati e sbandati
Villa Doria Pamphilj, con i suoi 184 ettari di estensione, è da tempo crocevia di contraddizioni. Paradiso verde, scrigno barocco di storia e arte, ma anche rifugio per disperati, sbandati, spacciatori e senza fissa dimora. Una situazione di precarietà che si acuisce proprio a ridosso dei punti più suggestivi del parco, come il ponte Artemisia Gentileschi Lomi, oggi tornato tragicamente alla ribalta.
Confermato rapporto di parentela tra la donna e la bambina
Intanto dall’esito dell’esame del Dna arriva la conferma del rapporto di parentela tra la donna e la bambina di pochi mesi trovate morte nel parco di Villa Pamphili, a Roma, sabato scorso: sono madre e figlia. Una tragedia ancora avvolta nel mistero. Restano molti interrogativi ancora senza risposta, a partire dall’identità della donna, che non è mai stata segnalata alle forze dell’ordine italiane. La Squadra Mobile della Polizia sta costruendo l’identikit della vittima, descritta come una giovane donna tra i 20 e i 30 anni, dai lineamenti caucasici, capelli chiari, alta 1,64 metri e con un peso di circa 58 chili. Le impronte digitali, subito rilevate, non hanno restituito alcun riscontro nelle banche dati italiane, segno che la donna non risulta schedulata. Per questo motivo, sono state inviate all’estero, nella speranza che possano coincidere con profili registrati in altri Paesi.




