I sette errori capitali di Virginia Raggi. Basta così per favore

Errori capitali

Un altro anno così Virginia Raggi non ce lo può regalare, e il riferimento non è al 2020 della pandemia, speriamo che riesca a correggere qualcuno dei suoi errori capitali. Anche perché in realtà si avvia a conclusione – preghiamo più prima che poi – un quinquennio costellato da sette guai colossali che è inutile negare.

E il merito di averli messi in bella grafica stavolta spetta alla consigliera regionale leghista Laura Corrotti, che ha dedicato alla sindaca un post di rara efficacia.

I sette errori capitali

Al primo posto del disastro chiamato Virginia Raggi l’inefficienza del trasporto pubblico. Tra vetture che non vanno proprio e quelle che finiscono al rogo è incomprensibile capire che accade.

Medaglia d’argento all’emergenza rifiuti che, va detto, fa il suo lavoro sporco per 365 giorni l’anno. Ormai ci sono le cartoline immagine.

Terza posizione sul podio di Virginia Raggi quella delle piste ciclabili, concepite in maniera assurda, addirittura in mezzo alla strada e non dalla parte dei marciapiedi in diverse zone. Slalom assicurati.

Quarta posizione per le opere sospese. Ormai Roma è destinata a non ricevere infrastrutture, siamo alla preistoria. E si lamentano di “quelli di prima”.

Tra gli errori capitali della Raggi figura l’invasione di discariche abusive (quinto posto). Ce ne sono ovunque, si scoprono ma restano là.

Sesta in graduatoria la condizione inaccettabile del verde pubblico.

Dulcis in fundo, settimi in posizione ma primi per le arrabbiature che ci provocano, i campi rom, lungi dall’essere superati.

La denuncia di Laura Corrotti

La Corrotti si è fermata qui, probabilmente per non infierire. Perché se poi vogliamo passare alla missione della città eterna, nulla di nulla su poteri e riforme per la Capitale se non una serie di inutili ordini del giorno. E abbandono del giacimento rappresentato da cultura e turismo.

Non è il miglior biglietto da visita per la ricandidatura della sindaca uscente. È anzi un programma chiaro di come non si deve fare il sindaco a Roma. Ma Virginia ci vuole riprovare. Non saremo tra quelli che diranno bene brava bis.