Tra Raggi e Zingaretti una farsa sui rifiuti di Roma

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Sui rifiuti a Roma siamo alla farsa. Ed è sconcertante lo scontro tutto finto tra Virginia Raggi e Nicola Zingaretti. Sì, finto, perché dopo anni di baruffe subito rientrate, ad invelenire il clima c’è la campagna elettorale.

Polarizzano la vergogna, i due amministratori. Si dividono il ridicolo.

Farsa rifiuti a Roma

Ha ragione l’associazione consumatori Aduc: ad un mese dal voto, il commissariamento minacciato ancora una volta da Zingaretti nei confronti del Comune di Roma, è una farsa.

Siccome il Campidoglio esita ancora a decidere in quale sito cittadino bisogna portare i rifiuti di Roma, il governatore va all’attacco. Perché vuole una discarica dentro la città senza indicare soluzioni durature, a partire dai termovalorizzatori.

La conseguenza di tutto questo è la partenza di montagne di immondizia verso altre regioni, se non all’estero, con aggravio delle tariffe versate dai cittadini romani. Beffe, solo beffe. Eppure ci sono anche impianti privati, nel Lazio, che potrebbero lavorare per la Capitale. Ma non vanno bene, soprattutto nel caso di Ridambiente, il cui titolare – Fabio Altisismi – è reo di onestà praticata. E siccome l’unico che piaceva alla regione – Valter Lozza – è incappato in una brutta inchiesta con la dirigente regionale del settore, Flaminia Tosini, tutto si ferma. E Pantalone paga.

Raggi e Zingaretti chiedano scusa

Adesso Raggi e Zingaretti – al cui cospetto farfuglia Roberto Gualtieri – se le danno di santa ragione solo per il voto di ottobre.

Ma entrambi sono stati fermi con le mani in mano per cinque anni. Dovevano cambiare tutto, la puzza in città aumenta. I cassonetti strabordano. La differenziata è una chimera.

Ecco, si dovrebbero vergognare entrambi. E chiedere scusa a Roma anziché imporre candidature a sindaco, una direttamente, l’altro per interposta persona.

È il momento che Pd e Cinquestelle si mettano da parte dopo i tanti e troppi danni prodotti alla Capitale d’Italia. Che non è il loro giocattolo. Sì, sui rifiuti di Roma siamo alla farsa.