Virginia Raggi strizza i vigili e spara balle clamorose
Prima o poi i vigili urbani circonderanno Virginia Raggi e le faranno passare un brutto quarto d’ora, altro che scorta. Alice nel paese delle meraviglie si diverte a prendere in giro la città e chi lavora per il Comune e per i romani. Lo fa, Virginia, con i suoi candidi tweet, confidando sul fatto che nessuno verifichi le sue panzane.
Ieri ne ha scritta una delle sue.
La notizia ci ha riempito di gioia. Cacchio, siamo davvero sorvegliati, dai che ‘sto coronavirus ce lo leviamo di torno prima di tutti. Bugiardi quei giornalacci che raccontano di un terzo dei romani che esce di casa. E allora lei, la Raggi, ha sfoderato il colpo da maestro con quel suo memorabile tweet. Tie’, sistemati tutti e pure la regione Lazio.
La Raggi strizza i vigili
Poi uno si fa domande dopo averci ragionato su. E dove li hai spediti quei poveri agenti della polizia locale? Nel deserto? Già, perché qualcosa non torna.
Trentamila controlli e 124 illeciti può anche voler dire che ventinovemila e ottocentocinquantasei volte i controlli hanno fatto cilecca. Buca. A dispetto di tutti quei romani che la regione Lazio accusa di stare ancora troppo in circolazione.
Come stanno le cose? Prima ipotesi: Virginia Raggi vuole “vendere” Roma come città disciplinatissima. Al risveglio dalla quarantena non sentiremo più clacson, né il rischiamo ai nostri defunti. Tutti buoni.
Oppure, scegliamo la busta numero due. Vuole procedere ad una rapida sostituzione dei vigili urbani di Roma che evidentemente non ci prendono più. Se rastrellano trentamila potenziali trasgressori di norme e portano a casa 124 verbali stiamo messi male anche con le entrate, signora mia del Campidoglio. Sabotaggio? Procedere.
L’ipotesi numero tre si sta facendo strada tra i migliori sondaggisti della città. La comunicazione è coerente con gli ultimi colpi della sindaca. Prima la caccia agli untori assembrati chissà dove, ora il clamoroso buco della polizia locale sguinzagliata a colpire i reprobi, è evidente che è in atto una clamorosa azione di individuazione del nemico da colpire per partire con la campagna elettorale del prossimo anno. “Io sono brava ma i vigili mi rendono impossibile il lavoro, non portano soldi”.
Mostri quei verbali
Oppure, il verdetto numero quattro pronunciato dagli antichi saggi del Colosseo. “Sono le solite balle che ogni tanto gli escono dalla bocca e stavolta dalla tastiera”.
Signor sindaco, il suo mestiere non è quello di strizzavigili, ma di governare Roma. E non c’è bisogno di sparare minchiate clamorose per far vedere che l’amministrazione è attiva mentre espone così la sua polizia locale.
Li mostri pubblicamente i verbali del weekend, ci faccia vedere dove hanno colpito i suoi uomini e magari capiremo perché si appella al popolo per additare pubblicamente chi viola le regole con un’opera di delazione. A noi viene il sospetto che tra lei e il comandante Di Maggio non ci sia una buona comunicazione. Perché balle così clamorose non le può raccontare a nessuno.