Virus West Nile, altra tragedia a Latina: è la sesta vittima nel Lazio

Virus West Nile Lazio

Una donna di 83 anni è morta all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dopo aver contratto il virus West Nile. La paziente, residente a Pontinia, era arrivata in pronto soccorso il 24 luglio in condizioni già critiche. Nonostante i tentativi dei medici, le sue condizioni sono peggiorate nel corso del ricovero e si è spenta nel reparto di terapia intensiva, dove era stata trasferita a causa della gravità del quadro clinico.

Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, la donna presentava pluripatologie concomitanti, fattori che hanno aggravato l’infezione e reso inutili le cure. Il suo è il sesto decesso accertato nel Lazio legato al virus West Nile, un’infezione trasmessa attraverso le punture di zanzare infette, in particolare del genere Culex.

Il virus West Nile colpisce i più fragili

Questo ennesimo decesso mette in evidenza un dato ormai chiaro: il virus West Nile può trasformarsi in una minaccia letale soprattutto per le persone anziane o con fragilità pregresse. La malattia, spesso asintomatica nei soggetti sani, può degenerare in forme neuro-invasive, come meningoencefalite, in chi ha un sistema immunitario indebolito. Ed è proprio quello che sarebbe accaduto nel caso della paziente di Pontinia, dove la presenza di patologie pregresse ha fatto precipitare la situazione.

Il virus, ormai presente anche in Italia da diversi anni, continua a circolare attivamente nel periodo estivo, con picchi tra luglio e settembre. In questo scenario, il Lazio non fa eccezione. La Regione ha già segnalato sei decessi e decine di contagi sospetti o confermati da inizio stagione.

Come difendersi

Non esistono vaccini né terapie specifiche per il virus West Nile; perciò, la prevenzione resta l’unico strumento efficace. Le autorità sanitarie raccomandano di limitare l’esposizione alle punture di zanzara, specie al tramonto e nelle ore notturne. È fondamentale eliminare i ristagni d’acqua, usare repellenti, zanzariere e vestiti a maniche lunghe.

Nel frattempo, la sorveglianza epidemiologica resta attiva, soprattutto nelle zone a rischio come l’Agro Pontino e le province a sud della Capitale. Gli esperti continuano a monitorare l’andamento del contagio, consapevoli che i numeri potrebbero salire ancora.