Virus West Nile, altri 12 contagi nel Lazio: 21 casi solo nel 2025

Altri 12 casi positivi al virus West Nile nel Lazio, confermati nelle ultime ore dal Laboratorio di Virologia dell’Istituto Lazzaro Spallanzani. Con questi nuovi riscontri, il numero totale dei contagi accertati nel 2025 sale a 21. Tutti i casi sono stati individuati in provincia di Latina, compreso quello della paziente deceduta la scorsa settimana all’ospedale di Fondi.
La situazione, seppur sotto stretto controllo, preoccupa le autorità sanitarie regionali, che continuano a monitorare il focolaio con grande attenzione.

Coinvolti i comuni della provincia di Latina
Il dato più significativo è che tutti i 21 casi sono localizzati nella provincia di Latina. Nessun altro territorio del Lazio è stato finora coinvolto. I comuni interessati dall’infezione, dove si presume sia avvenuta l’esposizione al virus, sono: Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia.
Tra i 20 pazienti ancora in vita, la situazione clinica è molto diversificata:
- 10 persone si trovano ricoverate in reparti ordinari, ma per altre patologie;
- 2 pazienti sono stati dimessi;
- 6 sono seguiti a domicilio;
- 2 sono in gravi condizioni e ricoverati in terapia intensiva.
Le autorità regionali hanno sottolineato che la diagnosi viene confermata entro 48 ore dal ricevimento del campione presso il laboratorio di riferimento. Un processo rapido e mirato, utile per agire tempestivamente in caso di nuovi focolai.
Allerta sanitaria attiva: monitoraggio costante e attenzione ai sintomi
La Regione Lazio continua a mantenere alta l’attenzione sul fronte sanitario. Il fatto che tutti i casi siano concentrati in un’unica provincia consente una gestione localizzata del rischio, ma resta cruciale il monitoraggio dei sintomi tra la popolazione e l’attivazione tempestiva dei protocolli di prevenzione.
Il virus West Nile si trasmette attraverso la puntura di zanzare infette e può colpire sia persone che animali. Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi, ma possono diventare gravi, soprattutto negli anziani o in soggetti con patologie pregresse.