Vittorio Sgarbi sfida Conte: a Sutri ristoranti aperti sino alle 22

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Sgarbi sfida il governo. Il sindaco di Sutri, appunto Vittorio Sgarbi, ha deciso, nell’ambito delle ulteriori misure urgenti per la prevenzione e gestione della emergenza epidemiologica da Covid 2019, di condividere la linea rigorosa del Presidente della Provincia di Trento anche in riferimento agli articoli 4 e 5 della legge costituzionale del 18 ottobre 2001. Emanando una ordinanza corrispondente a quella dell’articolo 40 e 41 dell’ordinanza presidenziale dando queste indicazioni: le attività degli esercizi di ristorazione sono consentite dalle ore 5 fino alle ore 20 per i bar, le gelaterie e le pasticcerie e fino alle ore 22 per i ristoranti. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di 4 persone, salvo che siano tutti conviventi.

Sgarbi: in regola con il dpcm

Dalle 18 infatti, come informa la nota di Sgarbi, la consumazione di pasti e bevande è consentita solo al tavolo con assegnazione di posti a sedere. L’ordinanza sindacale non si discosta dal comma 2 dell’articolo 12 del dpcm del 24 ottobre. Ma a parte questo, le categorie dei ristoratori in tutta Italia sono in rivolta contro il dpcm, provvedimento criticato anche dalla stessa maggioranza di governo. E in tutta la nazione si moltiplicano le manifestazioni di piazza, in presenza, quindi, contro questo ennesimo giro di vite che distruggerà l’economia italiana.

E i sindaci preannunciano ricorsi

Ricorso contro il Dpcm (soprattutto per tutelare le realtà dei centri medio-piccoli) e un piano-spettacolo per salvaguardare il settore. Sono alcune delle proposte, a quanto si apprende, che Matteo Salvini sta valutando con i sindaci della Lega. Un’ipotesi concreta è quella di ricorrere contro il Decreto del presidente del Consiglio, che danneggia in modo particolare i piccoli comuni dove i contagi sono minimi e sotto controllo (a differenza dei centri più grandi). A essere contestate dagli amministratori sono le misure stringenti e uguali su tutto il territorio nazionale, che penalizzano anche le realtà come ristoranti, bar, teatri, palestre, piscine e centri sportivi dei Comuni che non hanno un andamento dei contagi allarmante come nelle metropoli.

Punito chi ha rispettato le regole

“Chi ha rispettato sempre le regole, garantisce la sicurezza e ha investito per interventi di sanificazione e distanziamento non può essere costretto a chiudere. Almeno se la situazione dei contagi è sotto controllo”, dice il leader della Lega, Matteo Salvini. Il ricorso contro il Dpcm è considerato una vera e propria necessità “salva-lavoro”. Un’altra ipotesi, su cui sta lavorando in particolare il Comune di Treviso, è consentire l’esibizione degli artisti nei teatri. Garantendo la diretta streaming per evitare assembramenti ma garantire il lavoro (e i relativi compensi) a tutto il settore.