Vogliono ammazzare il Policlinico Umberto primo

Policlinico

Alla regione Lazio devono essersi messi in testa di ammazzare il Policlinico Umberto primo. Una serie di fatti messi in fila aiutano a capire che cosa rischia di succedere. Siamo addirittura al punto che consiglieri regionali del Pd come Minnucci presentino interrogazioni per sapere per quale  diavolo di motivo resti ancora sbarrata ai bambini l’oncologia pediatrica.

Non solo. Ovunque si registrano chiusure di reparti in una struttura che era considerata un fiore all’occhiello. Chiusi anche oncologia adulti, cardiologia, quattro reparti chirurgici di cui uno vascolare. E l’elenco potrebbe continuare. Nel frattempo gli operatori dell’ospedale si devono cuccare pure il bengalese malato di Covid che se ne andava a zonzo per treni infettando chiunque gli stava vicino.

La rabbia dei lavoratori del Policlinico

Poi, c’è la rabbia dei lavoratori. Ed è significativo che contro la regione Lazio, padrona di casa con l’università, si scaglino i sindacalisti della triplice Cgil Cisl Uil.

Le organizzazioni rappresentative dei dipendenti hanno sparato a pallettoni contro la direzione generale aziendale arrivando alla denuncia per comportamento antisindacale. Già, perché mentre l’ospedale cade a pezzi e comincia a incutere timore a chi si vorrebbe curare lì dentro, i vertici del nosocomio neppure ci parlano con i sindacati. Che si incazzano.

Tempi duri si prospettano insomma con agitazioni che chissà quando cesseranno. Dopo l’iniziativa giudiziaria si arriverà probabilmente allo sciopero generale dell’Umberto primo, con tutte le conseguenze immaginabili per l’utenza.

Non c’è traccia di confronto interno. Si fa carta straccia di leggi e accordi, è la denuncia dei sindacati. “Dall’orario di lavoro imposto senza contrattazione all’assegnazione discriminatoria dei bonus Covid, dalle indennita’ sottoscritte e poi negate ai trasferimenti arbitrari, dal piano della performance continuamente rimandato alle incognite su salario di produttivita’ e ferie”.

Dalla regione Lazio risposte zero

E non vi siete rivolti a Zingaretti? Il tono è sconsolato, diciamo: “Abbiamo chiesto alla Regione Lazio di intervenire, ma risposte zero”. Non ne avevamo dubbio…

Gli operatori sanitari hanno lavorato con indubbia abnegazione durante la pandemia e la gestione del post-Covid non può avvenire senza garantire lavoratori che hanno lottato nel vero senso della parola per salvare vite umane.

“Se il Policlinico si e’ dimostrato all’altezza di un’emergenza drammatica come quella dei mesi scorsi-  rivendicano i sindacati- e’ stato solo grazie alla professionalita’ e all’impegno straordinario di ogni singolo infermiere, oss, tecnico, terapista, ostetrica, professionista o amministrativo in servizio. Cioe’ di quegli stessi lavoratori a cui l’amministrazione cerca in ogni modo di negare diritti e prerogative sancite dalle norme di legge e dai contratti”.

Sul tavolo (se ci fosse un tavolo) ci sono infatti “temi determinanti che necessiterebbero di una composizione condivisa per salvaguardare la dignita’ professionale degli operatori e una corretta riorganizzazione della presa in carico dei pazienti“. Ma se chi governa il Policlinico si dimostra insensibile alle richieste di chi lavora per rendere migliore il servizio, il dubbio che ci sia un piano per smantellare l’ospedale viene a chiunque. Sta alla regione Lazio dimostrare il contrario.