Walter Biot ha messo in pericolo la sicurezza nazionale: ecco perché resta in carcere

Le condotte poste in essere da Walter Biot “erano lesive in concreto degli interessi protetti delle norme indicate tra cui la sicurezza nazionale”. E’ quanto scrivono i giudici del tribunale del Riesame di Roma nelle motivazioni con cui hanno confermato il carcere per l’ufficiale della Marina arrestato dai Ros lo scorso 30 marzo per spionaggio mentre passava documenti segreti a un ufficiale russo. Nel provvedimento, che conferma l’impianto accusatorio della Procura di Roma, con l’indagine condotta dal pm Gianfederica Dito, si fa riferimento al fatto che Biot avesse il Nos (Nulla osta di segretezza, ndr.) “elevato, il più alto previsto” e che le notizie procacciate da Biot rientravano tra quelle classificate “Nato Secret” e “Nato Confidential” e “riservatissime”.

Chi è Walter Biot

“Nessun pregio – scrivono i giudici del Riesame – ha la questione relativa all’inutilizzabilità delle riprese audio video effettuate nell’ufficio di Biot. Si osserva che anche ammesso e non concesso che le riprese fossero inutilizzabili, il dato incontrovertibile è che l’agente russo è stato trovato in possesso di una micro-Sd con materiale indicato e riferibile allo smartphone di Biot”. Per quanto riguarda le esigenze cautelari, i giudici sottolineano come Biot, ora detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, avesse canali di contatto “molto sofisticati” con l’agente russo. Sul pericolo di recidiva, i giudici evidenziano “l’estrema gravità delle condotte poste in essere essendo di massimo livello il disvalore della condotta, che ha caratteristiche professionali, considerata la presenza di uno smartphone dedicato a questa attività illecita”.

I giudici nel provvedimento, secondo quanto si apprende, in relazione alla questione della giurisdizione, fanno dei distinguo sulla natura dei documenti passati da Biot all’agente russo e oggetto delle indagini della Procura ordinaria e di quella militare per il reato di spionaggio. Secondo questo indirizzo quindi, le due procure potrebbero continuare a indagare entrambe sul reato di spionaggio, quella militare con riferimento ai documenti classificati ‘Nato’ e quella ordinaria, oltre che per corruzione, anche sugli altri documenti segreti oggetto dell’inchiesta.