West Nile, 12 casi a Latina: allerta ai Castelli Romani, Ardea e Pomezia. Cosa fare per proteggersi

Il virus West Nile torna a far parlare di sé nel Lazio. Dodici nuovi casi sono stati confermati in questi giorni, tutti localizzati nella provincia di Latina, con un picco rilevato nei comuni di Aprilia, Cisterna, Latina, Pontinia e Sezze. A confermare le diagnosi è stato il laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, struttura di riferimento a livello nazionale.
Dei nuovi contagiati, nove presentano la forma febbrile del virus, mentre tre hanno sviluppato sintomi neurologici più gravi, che rappresentano la complicanza più temuta dell’infezione. Il dato, allarmante per numero e diffusione territoriale, ha spinto le autorità sanitarie ad alzare il livello di attenzione anche fuori dalla provincia pontina.

Espansione silenziosa del virus
Con questi ultimi accertamenti, il numero complessivo dei casi di infezione da West Nile Virus nel 2025 nel Lazio sale a 73. La quasi totalità, ben 69, è stata monitorata dalla Asl di Latina. Ma si registrano anche due casi nel territorio della Asl Roma 6, che comprende anche i Castelli Romani, Ardea e Pomezia. Un altro caso è stato seguito dalla Asl di Frosinone e uno fuori regione, nella provincia di Caserta.
La presenza del virus in aree diverse e distanti tra loro dimostra come la trasmissione sia ormai radicata e non limitata a singoli focolai. La sorveglianza sanitaria è quindi estesa anche ai territori confinanti con la provincia di Latina, dove è massima l’allerta. In particolare nelle zone umide o rurali favorevoli alla proliferazione delle zanzare, vettori principali dell’infezione.
Situazione clinica e gestione sanitaria
La gestione dei 73 casi rilevati evidenzia una gamma ampia di manifestazioni cliniche. Attualmente, 19 pazienti sono ricoverati nei reparti ordinari degli ospedali laziali, mentre 4 si trovano in terapia intensiva. Sei persone sono state già dimesse, ma ben 41 pazienti sono ancora seguiti presso il proprio domicilio, sotto stretta osservazione sanitaria.
Purtroppo, il bilancio dei decessi sale a tre dall’inizio dell’anno, tutti riconducibili a complicazioni gravi del virus. Questi dati confermano che, sebbene nella maggior parte dei casi l’infezione decorra in forma lieve o asintomatica, le conseguenze possono rivelarsi anche fatali, soprattutto nei soggetti più fragili o anziani.
Sorveglianza e prevenzione: l’allerta si estende
L’evoluzione dei contagi ha spinto le autorità sanitarie a rafforzare la sorveglianza entomologica e sanitaria anche nei territori della Asl Roma 6. L’attenzione si concentra ora sui comuni dei Castelli Romani, di Ardea e di Pomezia, dove l’ambiente e la densità abitativa potrebbero favorire la diffusione del virus.
L’invito generale rivolto ai cittadini è quello di adottare tutte le misure di protezione individuale per evitare le punture di zanzare: l’uso di repellenti, la protezione delle abitazioni con zanzariere, la rimozione di ristagni d’acqua e una maggiore attenzione agli ambienti esterni sono le prime armi per limitare il contagio.
Un fenomeno in crescita
Il West Nile Virus, trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Culex, è ormai considerato endemico in diverse aree italiane, con picchi stagionali legati all’aumento delle temperature e alla proliferazione degli insetti vettori. La crescita costante del numero dei casi nel Lazio è un segnale inequivocabile: il fenomeno non può più essere considerato emergenziale, ma strutturale.
La sfida per le istituzioni sanitarie è ora duplice: da una parte intensificare la prevenzione e il monitoraggio nei territori a rischio, dall’altra informare la popolazione con campagne mirate, capaci di diffondere comportamenti responsabili e consapevoli. Con l’estate ancora nel pieno, l’allerta resta alta.