Zingaretti come Maometto e dalla Finanza ci va lui

Zingaretti finanza

Maometto e la montagna, la Guardia di Finanza e Zingaretti. Non ci si crede, eppure succede.

Mentre si attende ancora di sapere che cosa ne sarà dell’ingente documentazione sequestrata dalla Guardia di Finanza alla regione Lazio per lo scandalo delle decine di milioni di euro buttate a caccia di mascherine sparite, Zingaretti va in visita dalle fiamme gialle.

E ne incontra i vertici.

In pratica stamane il governatore è andato ad annunciare il solito avvio dell’indagine sierologica Covid-19 che ormai ripeterà ogni giorno. E ha deciso di cominciarla dalla Guardia di Finanza. Fantastico quello che ha detto, con assoluto disprezzo del ridicolo. Sono qui “per dare il via a quella che sarà la più imponente indagine sierologica mai svolta nel nostro Paese”. Unico. Nel luogo dove stanno studiando le carte dell’indagine su un truffa enorme in cui ci è cascata – speriamo solo cascata – la sua amministrazione.

Una visita, quella di Zingaretti alla Finanza, assolutamente inopportuna. Proprio perché da’ esca a cattivi pensieri. Perché tanti si chiedono che fine abbia fatto l’inchiesta. Come possano volatilizzarsi milioni di mascherine. E come possano sparire decine di milioni di euro dalle casse della regione Lazio senza che qualcuno paghi.

Giovedi Zingaretti sarà in consiglio regionale ed è una notizia straordinaria, viste le sue ripetute assenze dall’assemblea. Che si accompagnerà – rullano i tamburi – ad un’altra notiziona: parlerà. E parlerà di mascherine.

Zingaretti dovrà stare molto attento a quello che intende dire ai consiglieri regionali. Sarà in grado il governatore di spiegare come è stato possibile il turpe mercato a cui si è assistito?

Probabilmente ci sarà anche la sceneggiata delle scuse a Fratelli d’Italia per aver definito bufala la scomparsa di soldi e mascherine. Poi dirà alla Lega che va benissimo la commissione d’inchiesta, ma non una testa cadrà. Perché chiunque fosse il sacrificato, questi parlerà. E la Guardia di Finanza, quella che origlia non quella che accoglie in pompa magna Zingaretti, agirà. Lo convocherà, raccoglierà le sue dichiarazioni non più come persona informata di fatti e misfatti, e comincerà un’altra triste storia.

In fondo, Zingaretti deve solo resistere e non azzardarsi a fare nomi per salvare la baracca. Ma qualcuno gli spieghi che non basta più ripetere il nuovo slogan “state con i truffati o con i truffatori?”. Perché in questa storia truffati sono sicuramente i cittadini del Lazio. E se ci sono i truffatori, bisogna capire se hanno avuto complici nel palazzo della regione.

Ecco perché non ci è affatto piaciuta quella sortita di ieri alla Guardia di Finanza. Poi che farà? Andrà dal nuovo capo della Procura di Roma Prestipino a portargli un deferente saluto? E un viaggetto in Cina a dar di gomito ai compagni di un tempo no?