Zingaretti ordina. E come al solito Conte se ne frega. Chi gioca?

Conte Zingaretti

La domanda è: se Zingaretti intima a Conte di coinvolgere l’opposizione, poi esattamente che succede sul fronte pandemia?

Perché ancora una volta pare di capire che la politica stia in piedi – claudicante – solo per far titoli sui giornali. E che poi alle parole non seguano i fatti.

Zingaretti parla, Conte se ne frega

In altre parole. Se il capo del partito che più soffre la crisi sociale – dovrebbe essere il Pd, visto che ristoratori e baristi ne dovrebbe avere tra le sue fila, oltre che dipendenti… – convoca la propria direzione e dice al governo di cambiare registro e non si sente neppure una parola di reazione, qualcosa vorrà dire.

Ad esempio, che a Conte non gliene frega nulla. Perché cambiare registro significa fare il contrario di quel che ha fatto finora. L’incontro sorrisi e pasticcini a Palazzo Chigi; la telefonatina prima della conferenza stampa; e a volte pure attacchi diretti mentre parla in tv.

Cambiare registro significa condividere le decisioni e non comunicarle. Perché se la lotta al virus è una cosa seria – e questo sembra aver voluto dire Zingaretti a Conte – l’unità che tante volte vagheggiano si realizza non con le poltrone ma con la messa a disposizione di tutti gli strumenti che ha il governo anche all’opposizione e decidere assieme. Ci sono dati scientifici? Si valutano assieme, non nel chiuso della maggioranza. Sennò non ci si lamenti se in assenza di informazioni chiare si alza la voce. È così da sempre.

Ma se tutto questo non succede, buona prassi politica impone che il capo del partito più strutturato della maggioranza – che non è certo quello degli scappati di casa a Cinquestelle – metta alla porta il presidente del Consiglio che non lo ascolta.

Certo, il rischio per Zingaretti sono le elezioni anticipate se non è capace di individuare un percorso comune per la gestione della lotta al Covid. Ma qui cade anche l’alibi della stabilità con una maggioranza in cui tutti sono contro tutti. Non c’è neppure fatturato politico-elettorale andando avanti così. E se Zingaretti non reagisce al silenzio di Conte viene il sospetto del gioco delle parti: in realtà nel mirino del segretario del Pd ci sono gli alleati refrattari come Renzi. “Se apriamo all’opposizione siete finiti”. Ma così è un brutto gioco sulla pelle degli italiani stremati dal governo e dal virus.

Non c’è più spazio per politiche arroganti, sembra aver compreso il segretario del Pd. Ma se il suo messaggio non ha conseguenze restano solo parole. E i dubbi crescono.